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Sostenibilità ambientale

Rifiuti salati: pene più dure e sospensione della patente per chi li abbandona

Punito anche chi getta rifiuti dall'auto

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Foto di repertorio

L’abbandono incontrollato dei rifiuti non sarà più considerato un semplice gesto incivile, ma un vero e proprio reato, con conseguenze penali pesanti. È quanto stabilisce il Decreto Legge 116/2025, pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale, che modifica in modo sostanziale il Testo Unico sull’Ambiente e inasprisce le pene per chi deturpa il territorio con comportamenti irresponsabili.

Una stretta necessaria, visto il dilagare del fenomeno: rifiuti abbandonati ovunque — dalle piazzole autostradali ai sentieri naturalistici — che trasformano intere aree in discariche abusive, con gravi conseguenze per l’ambiente e la salute pubblica.

Cosa cambia con il nuovo decreto

La prima novità riguarda l’inasprimento delle sanzioni economiche: la multa per l’abbandono di rifiuti passa da un minimo di 1.000 euro a 1.500 euro, fino a un massimo di 18.000 euro. Ma non finisce qui: se il gesto avviene utilizzando un veicolo a motore, scatta anche la sospensione della patente da uno a quattro mesi.

Ancora più significativa è l’introduzione di nuove fattispecie di reato. L’articolo 255-bis del Testo Unico definisce il reato di abbandono di rifiuti non pericolosi in casi particolari, punibile con la reclusione da sei mesi a cinque anni se l’abbandono causa pericolo per la salute delle persone o per l’ambiente (come contaminazione di suolo, aria, falde acquifere, danni alla biodiversità o a ecosistemi agricoli). La pena aumenta ulteriormente (fino a 5 anni e 6 mesi) nei casi più gravi o se il fatto avviene in aree già contaminate.

Tolleranza zero anche per i rifiuti pericolosi

Il nuovo articolo 255-ter estende le stesse condotte anche ai rifiuti pericolosi, elevando anch’esse a delitti. In questi casi la sanzione arriva fino a cinque anni di carcere, che diventano sei se il reato comporta un pericolo grave per l’ambiente o per la vita umana.

La trasformazione delle contravvenzioni in delitti segna un cambiamento netto nella gestione giuridica del problema. In passato, i trasgressori potevano talvolta beneficiare dell’oblazione, estinguendo il reato con il pagamento di una somma. Con le nuove norme, questo non sarà più possibile: chi abbandona rifiuti potrà essere perseguito penalmente in modo più efficace e senza scappatoie.

Una svolta nella lotta all’illegalità ambientale

Con il decreto 116/2025, il governo risponde in maniera decisa a un fenomeno che negli ultimi anni ha assunto proporzioni allarmanti. L’abbandono dei rifiuti è diventato uno dei volti più visibili del degrado ambientale, e questa riforma punta non solo a punire i responsabili, ma anche a dissuadere preventivamente attraverso sanzioni più severe.

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