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Fusione nucleare: un vecchio sogno rinasce sotto la guida di Padova

Un team di giovani ricercatori riscopre una tecnica degli anni ‘50, aprendo la strada a reattori più sicuri e innovativi

Fusione nucleare: un vecchio sogno rinasce sotto la guida di Padova

Foto di repertorio

La sfida della fusione nucleare si arricchisce di una nuova speranza grazie a un gruppo di ricerca del Dipartimento di Fisica e Astronomia “G. Galilei” dell’Università di Padova. Guidati dal professor Lorenzo Fortunato, un team composto da studenti e ricercatori INFN ha riesaminato e rilanciato un antico concetto di fusione: il ciclo di Jetter, una reazione che utilizza deuteruro di litio-6 solido a temperatura ambiente bombardato da neutroni.

Questo approccio, abbandonato dagli anni ’70 per motivi politici legati alla Guerra Fredda, non si basa sul confinamento del plasma – il metodo oggi dominante nella ricerca sulla fusione – ma promette un’alternativa più sicura e potenzialmente più pratica. La riscoperta di documenti storici e dati desecretati del celebre laboratorio di Oak Ridge ha riacceso l’interesse per questa tecnica che, se confermata, potrebbe rivoluzionare la produzione di energia pulita e sostenibile.

Il messaggio chiave di questa ricerca è chiaro: a volte il futuro della scienza si nasconde nel passato. Riprendere idee antiche con occhi nuovi e strumenti moderni può sbloccare innovazioni inattese. L’impegno di un giovane team accademico dimostra come la curiosità e la collaborazione possano riaccendere speranze apparentemente dimenticate.

“Non si tratta solo di progresso tecnologico, ma di una lezione umana – spiega Fortunato – La scienza avanza anche grazie alla capacità di recuperare e rinnovare vecchie intuizioni, adattandole ai tempi e alle sfide odierne”.

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