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Protesta sindacale

Sciopero alla Bluesteel di Colle Umberto: operai in presidio davanti ai cancelli per chiedere garanzie

Trenta dipendenti fermi per l’intera giornata dopo l’annuncio dello stop alla produzione. Allarme anche a Vazzola, dove il Gruppo Somec ha già avviato la cassa integrazione

Foto dello sciopero alla bluesteel

Foto dello sciopero alla bluesteel

Giornata di protesta e bandiere sindacali alzate davanti allo stabilimento Bluesteel di Colle Umberto. I 30 dipendenti dell’azienda metalmeccanica, che dal 2021 fa parte del Gruppo Somec, hanno incrociato le braccia oggi, giovedì 2 ottobre, aderendo in massa allo sciopero indetto dalla Fim Cisl di Belluno e Treviso.

Il presidio è nato dalla paura di perdere il posto di lavoro: la direzione ha infatti annunciato che entro ottobre la produzione sarà interrotta. Una notizia che mette a rischio non solo gli operai delle linee produttive, ma anche il personale tecnico e amministrativo.

Bluesteel, specializzata nelle facciate in vetro per edifici, da tempo naviga in acque difficili, con conti in rosso e un massiccio ricorso alla cassa integrazione. Nonostante l’ingresso nel gruppo Somec, quotato in borsa e con bilanci complessivi positivi, non sono ancora arrivati nuovi investitori né commesse in grado di rilanciare lo stabilimento trevigiano.

“La mobilitazione di oggi – spiega Alessio Lovisotto, segretario generale Fim Cisl Belluno Treviso – è stata una scelta estrema, ma inevitabile. L’azienda non ha dato risposte e i lavoratori non possono restare appesi all’incertezza. Chiediamo un confronto serio con il gruppo per salvaguardare l’occupazione e costruire un futuro per questo sito produttivo”.

Le nubi non si addensano solo su Colle Umberto. Anche a Vazzola cresce l’inquietudine tra i 70 dipendenti della Gico, altra azienda del Gruppo Somec. Qui, dopo l’incorporazione di Inox Trend avvenuta in agosto, la direzione ha comunicato un rallentamento degli ordini e ha già attivato la cassa integrazione. “Il mercato si sta fermando – commenta Massimo Civiero della segreteria Fim territoriale – e i lavoratori sono giustamente preoccupati per le prospettive a medio termine”.

La vertenza si inserisce in un quadro più ampio di incertezze per il comparto manifatturiero veneto, che continua a fare i conti con i contraccolpi del mercato globale e con la difficoltà di tenere aperti stabilimenti che per anni hanno rappresentato un presidio occupazionale importante nel territorio.

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