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Energia, la bolletta più cara d’Europa pesa sulle PMI: "Servono regole e investimenti"

Alla convention nazionale “Energies and Transition” Cavion (Caem): “Le rinnovabili non sono più un’opzione, ma la strada per garantire competitività e futuro ai territori”

Energia, la bolletta più cara d’Europa pesa sulle PMI: "Servono regole e investimenti"

Foto di repertorio

Una bolletta elettrica che continua a essere la più salata d’Europa, carichi fiscali sproporzionati e una transizione energetica che rischia di restare al palo. Sono alcuni dei nodi emersi alla convention nazionale “Energies and Transition” organizzata da Confartigianato dal 1° al 3 ottobre a Domus de Maria, in provincia di Cagliari. Tra i protagonisti della giornata inaugurale, Gianluca Cavion, presidente del Caem, il Consorzio per l’energia promosso da 32 associazioni territoriali di Confartigianato, tra cui Vicenza.

Dai dati snocciolati nel corso dell’evento, il quadro che emerge è allarmante: nel 2024 le micro e piccole imprese italiane hanno pagato l’energia elettrica il 22,5% in più rispetto alla media UE, con una spesa complessiva di 8,8 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi di extra costi solo per il caro energia. A gravare sulle bollette non sono solo i prezzi di mercato, ma anche oneri fiscali e parafiscali superiori del 117% rispetto alla media europea, che paradossalmente diminuendo all’aumentare dei consumi, finiscono per penalizzare le aziende più piccole.

Secondo uno studio Confartigianato, il Veneto è la seconda regione in Italia per extracosto energetico per le PMI (231 milioni di euro), preceduta solo dalla Lombardia. A livello provinciale, Vicenza si piazza al quarto posto, con 62 milioni, preceduta da Brescia, Milano e Torino.

“Il caro energia non è più sostenibile. Va aperto un dialogo concreto tra istituzioni, imprese e cittadini per attivare leve che rendano la transizione energetica un’opportunità e non un ostacolo”, ha dichiarato Cavion. “Le rinnovabili rappresentano la chiave per ridurre i costi, aumentare la competitività e valorizzare le risorse locali”.

Cavion ha sottolineato il ruolo sempre più attivo che le piccole imprese possono avere nel nuovo scenario energetico: non solo come consumatori, ma anche come produttori e aggregatori, protagonisti di comunità energetiche e modelli di autoconsumo collettivo.

Non solo rinnovabili: dal nucleare alle concessioni idroelettriche

Tra i temi discussi anche il nucleare, che secondo Cavion non deve più essere considerato un tabù. “L’autonomia energetica è una scelta strategica per la crescita del Paese. Serve un confronto non ideologico ma concreto, per valutare tutte le opzioni disponibili”.

Altro nodo, le concessioni idroelettriche: “L’Antitrust ha evidenziato che il sistema attuale, fatto di proroghe e rendite, ostacola gli investimenti e la modernizzazione degli impianti. È il momento di pensare a un nuovo patto tra energia e territorio”, ha spiegato Cavion, proponendo modelli partecipati che restituiscano valore economico e sociale alle comunità locali.

Transizione 5.0 e green economy: fondi fermi per 4,2 miliardi

A preoccupare è anche l’inefficacia del piano Transizione 5.0, frenato dagli alti costi del credito e da iter burocratici complessi: al 15 settembre 2025 risultano ancora inutilizzati 4,2 miliardi di euro, pari al 68% delle risorse stanziate. “È un’occasione mancata – ha detto Cavion – che va recuperata con un cambio di passo nella strategia pubblica”.

Il presidente ha poi evidenziato quanto la tecnologia e la sostenibilità siano interdipendenti: dall’intelligenza artificiale ai data center, l’energia necessaria per supportare l’innovazione è enorme. “Entrando ogni giorno nelle aziende dei nostri associati, tocchiamo con mano quanto sia centrale la componente tecnologica. I consorzi energetici possono offrire non solo tariffe agevolate, ma anche consulenza su investimenti e innovazione”.

Boschetto (Confartigianato Veneto): “L’energia non può essere un ostacolo”

Anche Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, ha rilanciato il tema del costo dell’energia: “Pagare il 22,5% in più rispetto alla media UE significa partire in svantaggio rispetto ai nostri competitor. Non chiediamo sconti, ma regole eque che mettano tutte le imprese sullo stesso piano”.

Infine, Cavion ha ricordato come Confartigianato Vicenza sia attivamente impegnata nella promozione delle fonti rinnovabili, accompagnando le imprese nella costituzione di comunità energetiche e nell’accesso al credito, anche attraverso BCC locali e Consorzi fidi: “La sostenibilità deve essere anche economica, e per le piccole imprese questo significa poter contare su strumenti finanziari e supporto tecnico adeguati”.

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