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SOS infermieri
03.10.2025 - 12:40
Foto di repertorio
La manovra economica appena presentata dal Governo riconosce finalmente, nero su bianco, che l’emergenza principale nella sanità italiana non è più (solo) quella dei medici, ma quella degli infermieri. A dirlo, con soddisfazione ma anche con grande cautela, è Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, che da anni denuncia il sottodimensionamento drammatico del personale infermieristico all’interno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il piano triennale presentato dal Ministero della Salute prevede 27mila nuove assunzioni, la gran parte delle quali destinate proprio agli infermieri. Una misura attesa e apprezzata, ma che per Nursing Up rappresenta solo un primo passo, insufficiente a risolvere una crisi strutturale che da tempo affossa il sistema.
“Finalmente – commenta De Palma – si riconosce che il vero buco del SSN non sono i medici, ma gli infermieri. È un cambio di visione importante, e di questo diamo atto al Ministro Schillaci. Ma non possiamo farci illusioni: non servono 70mila infermieri, come si dice da anni, ma almeno 175mila se vogliamo allinearci agli standard europei. Dove li troviamo? Esistono davvero 30mila infermieri disoccupati pronti a entrare nel SSN con gli stipendi attuali?”
I numeri stanziati dal Governo parlano di 420 milioni nel 2026, 845 milioni nel 2027 e 1,6 miliardi dal 2028. L’obiettivo è far crescere il personale del 6% in tre anni. Ma per De Palma non basta: “È una boccata d’ossigeno, certo. Ma è solo l’inizio di un percorso. Vogliamo sapere se questi fondi saranno utilizzati anche per valorizzare davvero la professione infermieristica, o se finiranno in soluzioni tampone. Ci aspettiamo chiarezza su questo punto”.
Uno dei temi più sentiti dal sindacato resta lo sblocco del vincolo di esclusività che oggi impedisce agli infermieri di esercitare la libera professione fuori dall’orario di lavoro. Un diritto già garantito ai medici, ma ancora negato agli altri professionisti sanitari. “Noi lo diciamo da anni: la libera professione non può essere più un’eccezione o una deroga temporanea – attacca De Palma – Va riconosciuta in via definitiva a tutti i professionisti sanitari, così come previsto dalla legge 43/2006. Basta promesse. È tempo di una svolta vera”.
De Palma riconosce l’impegno del Ministro Schillaci, ma ribadisce che serve un piano di lungo periodo, fatto di assunzioni strutturali, incentivi economici, prospettive di carriera e riforme reali. “Solo così – conclude – potremo fermare l’emorragia di professionisti, riallinearci all’Europa e restituire dignità a chi, ogni giorno, regge in piedi la sanità pubblica”.
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