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Speranzon (FdI): “Le manifestazioni a Venezia e in Veneto segno di radicalizzazione”

Il senatore critica le proteste con blocchi e disordini, parlando di abuso del diritto di sciopero e di piazze trasformate in luoghi di violenza politica

Raffaele Speranzon, FdI

Raffaele Speranzon, FdI

Lo sciopero resta un diritto costituzionale, ma non può trasformarsi in “uno strumento di lotta politica piegato a interessi di parte”. A sostenerlo è il senatore Raffaele Speranzon, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, che in una nota ha commentato le manifestazioni di questi giorni, compreso il blocco del Ponte della Libertà a Venezia.

“Non può e non deve diventare un abuso – ha dichiarato – usato per mettere in difficoltà i cittadini, le imprese e le persone comuni, creando al contempo occasioni di devastazione delle città, aggressioni alle Forze dell’Ordine e distruzione di beni pubblici e privati”.

Speranzon sottolinea la contraddizione di “inneggiare alla pace mentre si invoca la morte dei rappresentanti del Governo” e definisce “indecente” il blocco che ha paralizzato per ore la viabilità tra Venezia e la terraferma. Per il senatore, i centri sociali “non sono spazi di confronto democratico ma di indottrinamento ideologico che avvelena le coscienze dei giovani con l’odio e li trasforma in violenti intolleranti”.

Secondo Speranzon, le recenti scene di violenza in Veneto e in altre città italiane sarebbero “il frutto di una radicalizzazione alimentata anche dalla Cgil e dalla sinistra di opposizione”, accusate di mancare di “argomenti politici concreti” e di ricorrere “al caos e alle piazze violente per attaccare il Governo”. Una scelta che, a suo avviso, rappresenta “una strategia tragica” sotto il profilo storico, geopolitico e politico.

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