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All'Arsenale 14 mila visitatori per il Salone dell'Alto Artigianato: i mestieri italiani tornano protagonisti

Brugnaro: “A Venezia la storia incontra il presente e dialoga con l’innovazione. Prossima edizione da giovedì 1 a domenica 4 ottobre 2026”

All'Arsenale 14 mila visitatori per il Salone dell'Alto Artigianato: i mestieri italiani tornano protagonisti

Si è conclusa oggi all’Arsenale la terza edizione del Salone dell’Alto Artigianato Italiano, che in quattro giornate ha richiamato circa 14 mila visitatori. Un dato che conferma la rassegna quale riferimento nazionale per la valorizzazione dei mestieri d’arte e dell’eccellenza manifatturiera, nella cornice suggestiva dell’antico cuore operativo della Serenissima.

Con 161 espositori provenienti da ogni regione, la manifestazione ha offerto un itinerario immersivo tra botteghe e maestranze che custodiscono e rinnovano saperi secolari. Legno, vetro, tessili, ceramica, metalli, carta, pietre e materiali preziosi si sono intrecciati a storie di famiglie, territori e comunità, restituendo il valore di un’identità che si riconosce nel “fare”.

L’iniziativa, promossa dal Comune di Venezia e organizzata da Vela S.p.A., rientra nel progetto “Venezia e la sua laguna: gestione e valorizzazione dei flussi turistici” sostenuto dal Ministero del Turismo, finalizzato alla tutela e al rilancio dei Comuni a vocazione turistico-culturale legati al patrimonio Unesco.

Anche per quest’anno l’ente di certificazione RINA ha confermato la ISO 20121, attestando la gestione dell’evento secondo criteri di sostenibilità: una riconferma che avvalora l’impegno di Vela nelle principali manifestazioni del Comune.

“Il Salone dell’Alto Artigianato Italiano è un orgoglio per Venezia e per l’Italia intera – ha dichiarato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro –. L’artigianato è la spina dorsale della nostra cultura e della nostra economia: non solo conserva la tradizione, ma innova, crea lavoro e genera bellezza. È fondamentale che questo patrimonio si rinnovi attraverso i giovani e la trasmissione dei saperi... Un arrivederci alla prossima edizione, da giovedì 1 a domenica 4 ottobre 2026 per continuare a celebrare e a dare voce alla bellezza del fare italiano”.

Per quattro giorni gli spazi storici delle Tese e delle Nappe si sono trasformati in laboratori a cielo aperto, permettendo al pubblico di osservare i processi di lavorazione e comprenderne il valore culturale e umano.

L’offerta espositiva ha coperto un ampio ventaglio di settori:

  • Gioielleria e accessori
  • Scultura e arti figurative
  • Arredo e complementi
  • Rilegatura e cartotecnica
  • Illuminazione e lavorazione dei metalli
  • Marmo e pietre
  • Restauro artistico e conservativo
  • Rivestimenti d’arte
  • Liuteria
  • Alta sartoria e cartapesta
  • Pianoforti, ombrelli, calzature

In evidenza anche i mestieri veneziani, dall’arte vetraria ai merletti, dai mosaici alla tessitura. La Tesa 113 ha accolto progetti speciali a cura di MUVE Academy, promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, esito di collaborazioni con scuole e istituzioni culturali locali e nazionali: un ponte concreto tra tradizione d’officina e formazione delle nuove generazioni.

Non solo esposizione: il Salone si è confermato luogo di confronto, con presentazioni, talk e momenti culturali che hanno messo in dialogo tradizione e contemporaneità. Tra gli appuntamenti di rilievo, il convegno sul restauro della cantoria della Scuola Grande di San Rocco, realizzato grazie alle maestranze venete, testimonianza tangibile del ruolo insostituibile dell’artigianato nella tutela del patrimonio.

Guardando avanti, è stato presentato il progetto “Archivio delle Mani Maestre”, ideato da Patrizia Ramacci e curato da Gypsea: una collezione di calchi delle mani di artigiani e maestri contemporanei, simbolo di memoria viva e trasmissione dei saperi.

Il pubblico ha partecipato anche al Public Talk “I mestieri dell’arte. Musei in dialogo con le scuole”, promosso dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, dove studenti, docenti e istituzioni hanno affrontato temi cruciali: passaggio generazionale delle competenze, raccordo tra formazione e lavoro, sostenibilità dei processi e apertura all’innovazione, con i musei come presidi dinamici per apprendimento e sperimentazione.

Nel contesto della terza edizione è stata inoltre annunciata la candidatura a IGP del merletto di Burano, promossa dall’Associazione Il Merletto di Burano, che riunisce cinque storici produttori dell’isola: un passo decisivo per la tutela di una tradizione iconica e per la valorizzazione delle maestranze locali.

“Gli appuntamenti ormai consolidati del Salone Nautico, attivo dal 2019, e del Salone dell’Alto Artigianato Italiano, inaugurato nel 2023, dimostrano concretamente quanto sia strategico questo connubio tra filiera locale e utilizzo temporaneo di aree cittadine. L’Arsenale in particolare – aggiunge Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela S.p.A. –. Questa edizione conferma la lungimiranza dell’Amministrazione comunale nel creare uno spazio dedicato agli artigiani”.

“Il successo del numero di visitatori e dei 161 espositori – ha aggiunto Alberto Bozzo, direttore commerciale del Salone – è la prova che c’è un grande desiderio di artigianato, inteso come esperienza autentica e come valore culturale. Quest’anno abbiamo ampliato le categorie merceologiche e, di conseguenza, il numero delle Tese e delle Nappe che le hanno ospitate, arrivando a 8 in totale. Inoltre, abbiamo ampliato le dimostrazioni dal vivo. Il Salone cresce e continuerà a crescere in qualità, perché racconta un’Italia che ha ancora molto da dire al mondo.”

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