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Politica
06.10.2025 - 13:00
Foto di repertorio
Un dato allarmante che non lascia spazio a interpretazioni: nel 2024, oltre 16 mila veneti si sono trasferiti all’estero. Di questi, la metà ha tra i 18 e 39 anni. Giovani formati, spesso laureati, che abbandonano la regione per costruire altrove il proprio futuro. È da questo fenomeno che parte la riflessione di Giovanni Manildo, candidato alla presidenza del Veneto per la coalizione di centrosinistra, che lancia un piano organico per contrastare l’emorragia di competenze.
«Nel 2002 erano poco più di 1.500. In vent’anni abbiamo moltiplicato per dieci il numero dei giovani che se ne vanno. È una sconfitta per tutti», denuncia Manildo, sottolineando come la questione giovanile non sia marginale, ma centrale in ogni ambito: lavoro, casa, formazione, sanità, ambiente. «Ogni ragazzo che parte è un pezzo di futuro che si spegne. È un dramma sociale, industriale, economico e culturale».
Per invertire la rotta, il candidato propone tre azioni prioritarie:
Quest’ultima misura, ispirata a una proposta dell’economista Gigi Copiello, punta a colmare il divario retributivo tra il Veneto e l’estero. «È una forma di giustizia generazionale e una scelta di intelligenza economica: trattenere i nostri talenti è il primo investimento sul futuro», dichiara Manildo.
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