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Il conflitto israelo-palestinese
07.10.2025 - 11:00
Massimo Cacciari
A due anni dall’attacco a sorpresa di Hamas al territorio israeliano, che nel 2023 provocò la morte di oltre 1.200 persone e il rapimento di circa 250 civili e militari, il quadro geopolitico e la percezione pubblica del conflitto hanno subito profondi cambiamenti. Lo ha sottolineato il filosofo e analista Massimo Cacciari, ospite del programma “Buongiorno Veneto” su Radio Veneto24.
Cacciari ha ricordato che Israele, storicamente visto come un popolo vittima, soprattutto per la tragedia dell’Olocausto, ha mutato immagine a causa della sua risposta militare all’attacco. “La reazione israeliana – ha spiegato – ha superato ogni proporzione e ha infranto principi fondamentali del diritto internazionale, trasformando la guerra in un massacro che colpisce un’intera popolazione anziché i soli responsabili dell’attentato”.
Il professore ha sottolineato come la risposta israeliana differisca nettamente dall’intervento americano in Iraq, che pur controverso, fu una guerra dichiarata contro uno Stato e un esercito, mentre Israele ha attaccato un popolo intero.
Sulla comunità internazionale, Cacciari ha espresso un giudizio critico, definendola “un flatus vocis”, cioè una formula vuota, incapace di agire concretamente. “Oggi – ha detto – il mondo è diviso in blocchi di potere: l’Occidente, completamente subordinato agli Stati Uniti, la Russia, la Cina e altri attori emergenti come India e Brasile. In questo contesto, la questione mediorientale e il ruolo strategico di Israele restano intoccabili”.
Il filosofo ha inoltre evidenziato come la Russia non solo non abbia criticato le operazioni israeliane contro Gaza e i palestinesi, ma abbia mostrato solidarietà, confermando la difficoltà di parlare di una vera comunità internazionale.
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