Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Utopia, semplicità e libertà

La Repubblica di Bosgattia: l’utopia veneta sul delta del Po che sfidò il mondo per un decennio

La micronazione veneta sul Delta del Po che visse per dieci anni come rifugio di libertà e utopia post-bellica

La Repubblica di Bosgattia: l’utopia veneta sul delta del Po che sfidò il mondo per un decennio

Fonte: Facebook Il Corriere della Repubblica di Bosgattia

Nel cuore del Polesine, tra le acque tranquille del delta del Po, un piccolo isolotto chiamato Balotin ospitò, dal 1946 al 1955, una delle micronazioni più affascinanti e insolite della storia italiana: la Repubblica di Bosgattia. Ideata dal linguista milanese Luigi Salvini, questa minuscola “nazione” nacque come un rifugio dalla caotica vita cittadina e dal ricordo ancora fresco della Seconda Guerra Mondiale, offrendo un luogo di libertà e semplicità lontano dalle imposizioni della società moderna.

Un sogno sul 45° parallelo

Bosgattia si trovava esattamente sul 45° parallelo nord, punto geografico perfettamente equidistante tra Polo Nord ed Equatore, in una piccola porzione di terra emersa nella golena di Panarella di Papozze, vicino a Corbola, in provincia di Rovigo. Un gruppo ristretto di uomini, guidato da Salvini, occupava l’isolotto durante l’estate, da luglio a settembre, vivendo in tende canadesi e sostenendosi con la pesca e il baratto. La comunità era esclusivamente maschile e si rifaceva a un codice di vita semplice e rigoroso, con regole sancite dal “Serenissimo Consiglio degli Anziani” denominato Confraternita del Tamiso e del Bosgatto.

Il nome stesso della Repubblica porta con sé un significato radicato nel territorio: “bosgato” nel dialetto polesano significa maiale, mentre “tamiso” indica il setaccio utilizzato in cucina. L’emblema di Bosgattia era un maiale bianco su campo rosso stellato, un simbolo di identità disegnato a mano da Salvini e dagli abitanti.

Un piccolo Stato con le sue leggi e una moneta propria

Bosgattia si dotò di una propria moneta, il çievaloro, che prendeva il nome dal cefalo, un pesce tipico del delta. Le banconote, anch’esse realizzate artigianalmente, mostravano una tenda stilizzata e avevano un cambio fisso con la lira italiana (1 çievaloro = 5 lire). Oltre ai soldi, Salvini creò anche cartoline postali e francobolli, oggi preziosi oggetti da collezione, raffiguranti scene di vita quotidiana e simboli della Repubblica.

L’accesso all’isolotto non era libero: per entrarvi bisognava ottenere un lasciapassare rilasciato dal Consiglio, il quale richiedeva in cambio la cattura di un pesce gatto, a testimonianza del rigore e dell’originalità delle regole locali.

Una comunità dedita alla semplicità e alla tradizione

Gli abitanti di Bosgattia cercavano la quiete e la purezza della natura, rinunciando a qualsiasi modernità. L’unica attività per procurarsi il cibo era la pesca, e la gastronomia locale era semplice ma ricca di sapori tipici del delta: risotto di cefalo, zuppa di pesce, carpa arrostita, pesce gatto in umido, anguille, uova preparate in modo particolare, meloni e angurie. Ancora oggi, a distanza di decenni, queste ricette sono celebrate e reinterpretate dall’Accademia del Tartufo del Delta del Po.

La fine di un’utopia e l’eredità di un sogno

Nel 1955, dopo dieci estati trascorse sull’isolotto, la Repubblica di Bosgattia celebrò la sua ultima stagione con l’emissione di una divisa commemorativa e la consegna di medaglie e diplomi ai residenti. Tuttavia, nel 1957, la malattia e la successiva morte di Luigi Salvini posero fine a questa esperienza utopica. La micronazione si dissolse, ma il ricordo rimase vivo grazie a mostre e a un museo dedicato nel comune di Papozze, dove la storia di Bosgattia continua a essere raccontata e ammirata.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione