Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Eventi tradizionali

Fiera Franca di Cittadella: la storia che fa la Storia

Un tuffo nel passato del prestigioso evento, tra tradizione, territorio e un pizzico di furbizia popolare

Foto della passata edizione

Foto della passata edizione

794 anni di storia, oltre 200 bancarelle e un’intera città mobilitata: la Fiera Franca è l’evento più importante del calendario cittadellese e una delle più importanti sagre del Padovano. Passeggiando tra gli stand gastronomici o costeggiando lo storico mercato del bestiame del lunedì, ci si può tuffare in un’atmosfera che sa di nostalgia dal fascino antico, mentre il mercato delle macchine agricole e l’immancabile luna park segnano l’incontro tra modernità e tradizione rurale.

Ma come fa una sagra di paese ad avere un successo così duraturo e continuato? Come fa a vivere il crollo dell’Impero Romano d’Oriente, la scoperta dell’America e l’allunaggio senza perdere lo smalto di un tempo o cadere nell’oblio? Il segreto sono delle solidissime fondamenta storiche, una visione lungimirante delle amministrazioni che si sono susseguite nei secoli e la passione di una città sempre desiderosa di crescere e migliorarsi.

Ma facciamo un passo indietro, alla metà del XII secolo. Cittadella deve ancora nascere e la realtà urbana più importante dell’Alta Padovana (la Città del Santo esisteva già da oltre due millenni) è il borgo di Onara. Il paese ospita già un’importante fiera il cui punto di forza è l’assenza di dazi per chi entra ed esce, uno “spazio franco”, per l’appunto. Se al giorno d’oggi ci si lamenta del fisco, all’epoca infatti era un problema ancora più serio, poiché le tasse sul commercio erano spese fisse applicate all'ingresso e all'uscita dalla città senza tenere in conto dei differenti contesti economici delle persone, mentre quelle annuali erano calcolate sulla totalità dei patrimoni anziché sui guadagni effettivi. E il concetto di welfare non era nemmeno nella sua fase embrionale, anzi, rispetto al millennio precedente si erano fatti notevoli passi indietro, quindi le tasse finivano tutte nelle tasche dei potenti o a finanziare gli eserciti. Va da sé che la possibilità di commerciare senza incombere nei dazi fosse estremamente allettante e che una fiera che ne fosse esentata avesse il successo assicurato.

Inoltre, la fiera si svolge a fine Ottobre, quando il freddo incombe e rifornirsi di cibo e strumenti è fondamentale in vista degli inverni glaciali che al giorno d’oggi sono solo un ricordo lontano. Per mettere le cose in prospettiva, durante il medioevo era frequente che il fiume Po ghiacciasse in inverno e secondo alcune testimonianze la Laguna di Venezia poteva scendere a temperature tali che i bacini acquitrinosi venivano attraversati via carro.

Ma alla vigilia del XIII secolo, Padova decide di espandersi verso nord-est, entrando in conflitto con Treviso e la Serenissima. Serve una roccaforte fortificata dalla quale guidare l’espansione e allo stesso tempo proteggersi dalle incursioni nemiche. Nasce così Cittadella, imponente fortezza resa inespugnabile dalle mura alte 15 metri. Il borgo diventa rapidamente una piccola ma vivace metropoli medievale, brulicante di vita e ricca di nuove opportunità. La Città del Santo decide di investire sulla nuova fortezza e sposta qui la Fiera Franca di Onara.

L’evento si afferma subito come una tappa fondamentale dei commercianti veneti e il suo successo è tale che persino Venezia, negli anni della sua occupazione, decide di mantenere i privilegi economici della fiera. Quasi quattro secoli dopo, nel 1593, vengono stabilite aree specifiche per i vari ambiti commerciali, consolidando la fiera nella sua conformazione attuale. In epoca moderna, poi, agli spazi commerciali si sono aggiunte forme d’intrattenimento come il tradizionale spettacolo pirotecnico che ogni anno chiude l’evento o l’area dedicata al luna park, trasformando l’antico mercato medievale nell’evento totalizzante che conosciamo oggi, capace di trasformare per tre giorni la città in un grande mercato a cielo aperto e invadere le strade con un’aria di festa e divertimenti. Uno spettacolo per i visitatori e un grande motivo d’orgoglio per i locali.

Nicola Canella

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione