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Clima e territorio
11.10.2025 - 15:30
Marco Rabito, presidente di Meteo in Veneto, all'evento di Noventa Vicentina
Negli ultimi decenni il Veneto ha visto aumentare la propria temperatura media di circa tre gradi. Un dato che preoccupa meteorologi e amministratori locali, riuniti ieri sera al Teatro Modernissimo di Noventa Vicentina per l’incontro pubblico “Non ci sono più le stagioni di una volta. Perché il clima cambia e quali sono le conseguenze per il territorio e i suoi abitanti”.
A introdurre la serata sono stati la vicepresidente di Coldiretti Vicenza, Cristina Zen, il presidente del raggruppamento di Confartigianato di Noventa Vicentina, Riccardo Barbato, e il sindaco Mattia Veronese. Poi il confronto è entrato nel vivo con gli interventi di Marco Rabito, presidente di Meteo in Veneto, e Silvio Parizzi, direttore di Anbi Veneto.
“Dagli anni Settanta ad oggi i cambiamenti climatici si sono susseguiti a grande velocità – ha spiegato Rabito –. Nell’ultimo secolo le temperature in Veneto sono aumentate di ben tre gradi, portando la neve a quote sempre più alte e rendendola un fenomeno raro in pianura. A Vicenza, ad esempio, da quattro anni non si vede un fiocco di neve”.
Secondo Rabito, gli eventi meteorologici estremi stanno diventando “sempre più impetuosi e frequenti”, mettendo sotto pressione il sistema idrico e la sicurezza del territorio. “Il rischio – ha aggiunto – è che persino i bacini di laminazione non siano più sufficienti a contenere le precipitazioni violente e abbondanti, con danni per l’agricoltura, le attività produttive e le abitazioni”.
Sulla stessa linea Silvio Parizzi, che ha richiamato l’attenzione sulla lentezza dei processi burocratici. “Siamo in grossa difficoltà perché il clima sta cambiando troppo velocemente, mentre la burocrazia rallenta l’adattamento dei territori. Il tempo medio tra progettazione, autorizzazione e realizzazione di un’opera è di 8-10 anni: non possiamo progettare le opere di domani con i parametri di oggi”.
Parizzi ha sottolineato la necessità di “prevedere gli scenari futuri”, ricordando che i modelli climatici indicano “un aumento della frequenza degli episodi estremi fino al 50%, con picchi dell’80% entro la fine del secolo”. Da qui l’urgenza di una strategia che punti sul “ripristino della capacità del territorio di trattenere l’acqua, con nuovi bacini e il risezionamento dei corsi d’acqua per trasformarli in invasi”.
“Questo – ha concluso – fa comprendere quanto sia importante la bonifica e il ruolo dei dieci Consorzi esistenti in Veneto”.
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