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Il Comune di Padova aderisce al progetto “European Homelessness Count”

Quanti sono i “senza dimora” e perché vivono in condizioni di marginalità?

senza dimora

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Il Comune di Padova ha aderito all’iniziativa European Homelessness Count, finalizzata al monitoraggio e all’approfondimento delle condizioni delle persone senza dimora presenti sul territorio. Il progetto nasce nell’alveo della Dichiarazione di Lisbona, con la quale i 27 Stati membri dell’Unione europea si sono impegnati a cooperare per porre fine alla homelessness entro il 2030, e si avvale della Piattaforma europea per il contrasto alla homelessness, EPOCH.

Tra le priorità figura la raccolta e il controllo dei dati sul fenomeno attraverso una metodologia condivisa in tutti gli Stati membri per il conteggio delle persone senza dimora.

La rilevazione riguarda:

  • Persone che vivono in strada o in luoghi di fortuna (spazi pubblici, aree private ma accessibili al pubblico, mezzi di trasporto);
  • Persone ospitate in strutture emergenziali, come quelle del piano freddo o i dormitori;
  • Persone accolte in sistemazioni temporanee, tra cui alberghi e B&B, alloggi e case rifugio per donne vittime di violenza.

L’approccio utilizzato è di tipo point-in-time: una rilevazione concentrata in un arco temporale definito e in un’area geografica specifica, in grado di restituire una fotografia puntuale della situazione locale. A Padova la conta delle persone senza dimora, sia in strada sia nelle strutture di accoglienza, si svolgerà nel mese di ottobre.

Oltre alla mappatura, il programma prevede l’ascolto attento delle diverse condizioni di marginalità e la successiva analisi dei dati raccolti, così da accrescere la conoscenza del fenomeno e dei bisogni delle persone coinvolte.

L’iniziativa europea è coordinata da un partenariato guidato dall’Università di Leuven (Belgio), che riunisce dieci università e centri di ricerca. Nel primo anno di sperimentazione sono state coinvolte 15 città: Milano, Catania, Budapest, Bochum, Charleroi, Namur, Cork, Dublino, Košice, Lubiana, Munster, Leida, Porto, Lione e Tilburg. Nel secondo anno il perimetro si estenderà a 25 città europee.

In Italia, la rilevazione del 2024 ha interessato Catania e Milano; nell’anno in corso l’attività prosegue in altre due città, tra cui Padova, selezionata per l’esperienza maturata nei servizi e per la presenza significativa di persone senza dimora e adulti in condizione di emarginazione.

«Non avere un ambiente di vita è una realtà durissima, una lotta quotidiana – commenta l’assessora al Sociale, Margherita Colonnello – e per noi, ente che rappresenta la comunità, è una conquista irrinunciabile riuscire ad essere punto di riferimento per queste persone abitate da profondo disagio. Padova è sempre più città solidale e accogliente grazie alla rete che opera per prendersi cura di chi è più fragile e al lavoro di squadra svolto da tutti coloro che si dedicano, a diverso titolo, a chi si trova in situazione di marginalità. Dalle istituzioni al terzo settore, alla cittadinanza: tutti interagiamo nell’interesse comune. E questa sinergia, forte dei servizi e delle politiche sociali attive, ci consentirà di monitorare ancora più da vicino la realtà di quanti e di come vivono in condizioni di bisogno alla luce dei cambiamenti del tempo. Questo è uno degli obiettivi che si pone il progetto europeo al quale, come Comune, abbiamo aderito. Da un lato – chiude l’assessora – si tratta di un altro passo in avanti verso la consapevolezza dell’attualità del fenomeno, dall’altro di un’ulteriore opportunità per dimostrare al mondo dei senza dimora che nessuno per noi è invisibile».

A seguito dell’adesione formale, il Comune dovrà attenersi a un piano di lavoro condiviso: dalla costituzione di una cabina di regia per la governance, al raccordo con gli enti gestori dei servizi, alla mappatura delle risorse da trasmettere all’Università di Leuven, fino al supporto operativo per la raccolta dei dati.

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