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Recoaro Terme, la perla dimenticata delle Piccole Dolomiti

Tra acque miracolose, villaggi liberty e rifugi partigiani, il borgo montano in provincia di Vicenza è un tesoro da riscoprire

Recoaro Terme, la perla dimenticata delle Piccole Dolomiti

Foto di repertorio

Una stazione termale che ha fatto sognare imperatori e nobildonne, una montagna che ha dato rifugio alla Resistenza e che oggi è meta per escursionisti e cercatori di silenzio: Recoaro Terme, ai piedi delle Piccole Dolomiti vicentine, è molto più di un paese di villeggiatura. È un luogo in cui la natura, la storia e l’architettura convivono in una miscela sorprendente, eppure ancora poco conosciuta fuori dai confini regionali.

Un tempo chiamata la "Montecatini del Nord", Recoaro visse il suo massimo splendore tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, quando era una delle località più ambite dell’aristocrazia austro-ungarica e italiana. Oggi, tra stabilimenti liberty che resistono al tempo e sentieri selvaggi che si arrampicano verso la vetta del Monte Spitz, il paese si prepara a una rinascita culturale e turistica che parte dalle sue radici.

Il nome di Recoaro è legato indissolubilmente alle sue acque minerali, note per le proprietà terapeutiche. Scoperte nel 1689, le Fonti CentraliLelia, Lora, Amara, Nuova e Aureliana – sono ancora oggi utilizzate per cure idropiniche e inalatorie. A renderle speciali è la presenza di anidride carbonica e sali minerali che favoriscono la digestione, la diuresi e il benessere delle vie respiratorie. Negli anni del boom termale, tra il XIX e il XX secolo, arrivavano qui villeggianti da tutta Europa, attratti non solo dai benefici dell’acqua, ma anche dal clima mite e dall’ambiente montano incontaminato.

Passeggiando per il centro di Recoaro, si respira ancora l’aria della Belle Époque. Gli edifici in stile liberty, le pensiline in ferro battuto, il Teatro dell’Acqua e le vecchie pensioni alpine raccontano di un’epoca elegante e vivace. Il grande Stabilimento Termale, un tempo cuore pulsante della vita mondana, conserva ancora un fascino decadente, in attesa di nuovi progetti di valorizzazione. Tra i più suggestivi c’è il Villaggio Margherita, un ex centro sanitario per le cure delle acque, immerso in un bosco di faggi. Oggi è visitabile in alcune giornate speciali ed è al centro di progetti di recupero.

Ma Recoaro è anche memoria. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu base strategica della Resistenza vicentina: le sue montagne furono teatro di scontri, rifugi e sabotaggi. Oggi, i sentieri partigiani, ben segnalati, offrono escursioni tra malghe, trincee e rifugi montani, accompagnati da pannelli che raccontano episodi della lotta di liberazione. Da non perdere il Sentiero dei Grandi Alberi, un percorso ad anello di circa 12 km che attraversa prati, boschi e punti panoramici mozzafiato, perfetto anche per famiglie e camminatori curiosi.

Negli ultimi anni Recoaro sta cercando di riscoprire sé stessa e di attrarre un turismo lento, consapevole, legato all’escursionismo, alla salute e alla cultura. Ospita eventi musicali, rassegne teatrali e manifestazioni legate al mondo dell'acqua e della montagna. La cucina locale, semplice ma gustosa, è un altro punto di forza: tra i piatti tipici, spiccano la polenta e tosella, i gnochi co’ la fioreta (gnocchi di ricotta fresca) e il formaggio Recoaro, prodotto in malga.

Recoaro Terme oggi è una gemma nascosta, che aspetta solo di essere riscoperta. Un luogo che parla al viaggiatore curioso, a chi cerca la bellezza nel silenzio, nelle cose antiche e nei dettagli dimenticati. Qui, tra il profumo dei boschi e l’eco delle villeggiature d’altri tempi, si può ancora fare un viaggio nel tempo, senza perdere di vista il futuro.

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