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14.10.2025 - 14:35
Coldiretti
La crescente preoccupazione per l’impatto dei cibi ultra-formulati sulla salute dei più giovani trova ampio supporto tra gli italiani. Secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Censis, ben l’80% dei cittadini chiede il divieto per legge dei cibi ultra-formulati nelle mense scolastiche, una misura simile a quella recentemente adottata in California. Questi alimenti, tra cui piatti precotti e merendine confezionate, sono considerati un pericolo per la salute dei bambini e dei ragazzi, a causa degli additivi chimici e degli zuccheri aggiunti.
Il rapporto, dal titolo “Mangiare bene, malgrado tutto”, è stato presentato in occasione del XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato da Coldiretti con la collaborazione dello studio The European House – Ambrosetti, e ha sollevato l’allarme sulla necessità di un cambiamento. Il 91% degli italiani, infatti, chiede che l’educazione alimentare venga inserita nei programmi scolastici fin dalle scuole elementari, per contrastare l’influenza che i bambini esercitano sulle scelte alimentari in famiglia. Secondo il 62% dei cittadini, infatti, sono proprio i figli e i nipoti a dettare le regole a tavola.
La crescente diffusione di cibi confezionati e precotti è al centro del dibattito sulla salute pubblica. Secondo il 84% degli italiani, questi alimenti sono pericolosi, contribuendo all’obesità infantile e a malattie croniche. I rischi vanno dall’aumento di peso dovuto agli zuccheri raffinati, ai disturbi cardiaci e alla leucemia causata dalla taurina presente in alcune bevande energetiche. Inoltre, l’elevato contenuto di sodio, conservanti e additivi nei cibi preconfezionati come bastoncini di pesce o budini, aumenta il rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari.
In Veneto, Coldiretti ha messo in campo una delle iniziative più concrete per sensibilizzare le nuove generazioni all’importanza di una corretta alimentazione: SEMIN’SEGNI. Questo progetto di educazione alimentare e ambientale coinvolge ogni anno oltre 20.000 studenti, di cui più di 5.000 nella provincia di Padova. Sono oltre 35 gli istituti scolastici, dalle scuole dell’infanzia alle superiori, che partecipano all’iniziativa, che include laboratori, visite didattiche e percorsi sensoriali per far scoprire ai ragazzi l’origine dei cibi, la stagionalità e il valore del prodotto locale.
Valentina Galesso, leader delle Donne di Coldiretti Veneto, ha sottolineato come la regione sia stata pioniera nell’introduzione di normative per orientare il consumo nelle mense scolastiche verso il cibo a km zero. “La responsabilità di insistere su questo tema è forte”, ha dichiarato Galesso. “Educare al gusto e alla qualità contribuisce a formare cittadini consapevoli, capaci di compiere scelte sane per sé e per il pianeta”. Un impegno che va oltre la quotidianità del lavoro in azienda e coinvolge anche operatori didattici e giovani imprenditori.
Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti, ha ribadito l’importanza di una scelta consapevole sull’alimentazione, sottolineando che “la qualità di ciò che portiamo in tavola è una scelta che pesa sul destino del Paese”. In questo senso, una dieta più sana e basata su prodotti locali rappresenta una vera e propria scommessa sul futuro delle nuove generazioni, che, grazie a un’adeguata educazione alimentare, potranno crescere più forti e più in salute.
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