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Padova apre le porte alla diversità: al Teatro Maddalene Romeo e Giulietta in chiave transgender

Dal 15 ottobre al 2 novembre un ciclo di anteprime e a febbraio 2026 il festival internazionale con artisti da Polonia e Serbia, per un teatro che accoglie tutte le identità e le esperienze

Un altro nome – chiamarci Giulietta e Romeo

Un altro nome – chiamarci Giulietta e Romeo

Una rivisitazione di “Romeo e Giulietta” con sguardo transgender inaugura domani al Teatro Maddalene il ciclo di anteprime italiane del progetto europeo UAD – Universal Art Design, promosso dal Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. La produzione, intitolata Un altro nome – chiamarci Giulietta e Romeo, è il primo passo di un percorso che vuole raccontare le diversità e dare spazio a storie spesso marginalizzate, tra esperienze migratorie, disabilità e identità di genere non conformi.

Il progetto UAD, nato nell’ambito di Creative Europe, ha selezionato tre giovani compagnie under 35 per esplorare nuove possibilità creative e costruire un teatro più inclusivo, dove ogni corpo possa trovare il proprio spazio sulla scena. Gli spettacoli saranno gratuiti, con prenotazione consigliata sul sito del Teatro Stabile del Veneto.

Dopo l’apertura con Un altro nome – chiamarci Giulietta e Romeo, gli altri due appuntamenti di anteprima saranno Per favore, non Riccardo III il 1° novembre, che affronta il tema della disabilità, e To Be Young, Gifted and Black il 2 novembre al Ridotto del Teatro Verdi, dedicato all’esperienza migratoria.

Gli artisti coinvolti hanno partecipato a workshop di preparazione in Polonia, a Toruń, e in Serbia, a Novi Sad, prima di una residenza di 21 giorni a Padova. Il risultato è un teatro che sperimenta linguaggi nuovi e offre rappresentazioni dove il desiderio, l’affetto e l’identità si incontrano e si affermano, rompendo schemi e pregiudizi.

Il festival vero e proprio si terrà a febbraio 2026 sempre al Teatro Maddalene e vedrà arrivare anche compagnie internazionali da Polonia e Serbia, completando un percorso europeo che porta il Veneto al centro di un modello di teatro più aperto, accessibile e inclusivo.

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