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Croce Verde Padova festeggia 112 anni di storia

Sei nuove ambulanze e oltre cento benemerenze consegnate

Croce Verde Padova festeggia 112 anni di storia

Un traguardo che racconta oltre un secolo di solidarietà e servizio alla collettività. Sabato 18 ottobre, al ristorante Al Bosco di Cervarese Santa Croce, la Croce Verde di Padova ha celebrato il 112° anniversario dalla fondazione, riunendo volontari, sostenitori e rappresentanti delle istituzioni in una serata di festa e riconoscenza dedicata a chi, ogni giorno, mette a disposizione tempo ed energie per il bene della comunità padovana.

Nel corso della cerimonia, il presidente Devid Schiavo e il vicepresidente Giampaolo Osto hanno conferito oltre cento benemerenze ai volontari che negli anni hanno contribuito alla crescita e alla solidità dell’associazione. Tra i premiati anche militi con decenni di attività, testimonianza di un legame profondo con la città e con la missione di servizio che contraddistingue la Croce Verde.

L’evento è stato anche l’occasione per presentare sei nuove ambulanze di soccorso e un’automedica, che portano il parco mezzi a 61 unità. Le nuove dotazioni includono veicoli attrezzati per il trasporto in sicurezza di pazienti non deambulanti, con presidi specifici e sedie motorizzate per facilitare gli interventi in edifici con piani sopraelevati. Tre dei mezzi sono dotati di cambio automatico, per agevolare la guida nel traffico urbano. Tutti entreranno in servizio già dalla prossima settimana, al termine delle ultime fasi di allestimento.

«Questa giornata – ha sottolineato il presidente Devid Schiavo – rappresenta il cuore della nostra associazione: persone che donano tempo, fatica, energie e competenze per gli altri. Ogni volontario è il primo anello della catena del soccorso e della solidarietà. Ogni cittadino che sostiene la Croce Verde contribuisce a rendere Padova una comunità più solidale e consapevole».

Non è mancato un ringraziamento ai Donatori di Sangue: «Celebriamo una generosità costante, silenziosa e vitale: ogni donazione non è un gesto ma la promessa di una nuova possibilità e la garanzia che il sistema sanitario possa contare sulla risorsa più preziosa, il sangue».

La serata si è conclusa con una cena sociale e un momento conviviale riservato ai volontari, segno di un’appartenenza che si tramanda di generazione in generazione.

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