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Emergenza demografica

Sempre meno bambini e troppi nidi privati, l'allarme del PD: "Fare figli non può diventare un lusso per pochi eletti"

I vertici regionali del PD denunciano la carenza di asili pubblici e le rette troppo alte: “Così si allargano le disuguaglianze tra province e si escludono le famiglie più fragili”

Asilo nido, foto di repertorio

Asilo nido, foto di repertorio

Nel pieno dell’“inverno demografico” che colpisce l’Italia, anche il Veneto fa i conti con un calo costante delle nascite e un sistema di servizi per la prima infanzia ancora troppo debole. A lanciare l’allarme è Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, che parla di “una regione dove il diritto all’educazione non è uguale per tutti”.

“Nascono sempre meno bambini – spiega Camani – ma cresce la richiesta di nidi e servizi educativi. È un paradosso che racconta le difficoltà delle famiglie nel conciliare vita e lavoro. Chi non può permettersi una retta privata resta escluso, e questo non è accettabile”.

Il Veneto ha da poco raggiunto il livello minimo europeo fissato a 33 posti ogni 100 bambini sotto i tre anni, ma, come sottolinea la consigliera, “non perché siano aumentati gli asili, bensì perché sono diminuiti i bambini”. La regione resta comunque lontana dal nuovo obiettivo Ue del 45%, e con forti squilibri interni: nelle province di Belluno, Venezia e Treviso l’offerta pubblica resta ancora insufficiente, mentre la maggior parte dei posti disponibili è in strutture private, spesso con rette troppo alte.

“La prevalenza dei nidi privati – aggiunge Camani – crea una doppia disuguaglianza: solo chi ha redditi alti riesce ad accedere al servizio, mentre le famiglie più fragili o con un solo genitore lavoratore restano tagliate fuori. Così i nidi perdono la loro funzione educativa e diventano un privilegio per pochi”.

Sul fronte degli investimenti, la consigliera richiama l’attenzione sui fondi del PNRR: “I 128 progetti avviati in Veneto sono una buona notizia, ma se si concentrano solo nelle province più forti, come Verona, Vicenza e Padova, il divario interno non farà che aumentare. E una volta costruite le nuove strutture, chi coprirà i costi di gestione? I Comuni da soli non ce la faranno. Servono finanziamenti stabili e personale qualificato”.

Camani conclude con un appello: “Fare figli non può diventare un lusso per pochi. Servono politiche regionali e nazionali integrate, che garantiscano qualità e accessibilità dei servizi in tutto il territorio veneto. La natalità non è un dato da commentare, ma una priorità politica su cui costruire il futuro della nostra regione”.

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