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“Atto Dovuto”: anche Vicenza in campo per la proposta di legge del Nuovo Sindacato Carabinieri

Sabato 25 ottobre due banchetti in città per la raccolta firme

“Atto Dovuto”: anche Vicenza in campo per la proposta di legge del Nuovo Sindacato Carabinieri

Foto di repertorio

Far sentire la voce di chi ogni giorno serve lo Stato, ma troppo spesso si ritrova a difendersi da solo. È questo lo spirito dell’iniziativa che sabato 25 ottobre porterà anche a Vicenza la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Superamento dell’Atto Dovuto”, promossa dal Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

Due i punti di raccolta previsti: la mattina, dalle 9 alle 12, in viale Mercato Nuovo; nel pomeriggio, dalle 15 alle 18, in Corso Palladio, all’angolo con Stradella Loschi. Ai banchetti saranno presenti i Segretari Nazionali Irene Carpanese e Giovanni Sessa, insieme al Segretario Provinciale di Verona Enrico Fornasier.

L’iniziativa, già in corso in varie città italiane, mira a colmare un vuoto normativo che “da troppo tempo espone gli appartenenti alle Forze di Polizia e alle Forze Armate a gravi ingiustizie economiche, professionali e psicologiche”.

“È un atto dovuto, ma non da parte della magistratura – sottolinea Michele Capece, Segretario Generale Vicario NSC e promotore della legge – bensì da parte dello Stato verso chi ogni giorno rischia la vita per garantire la sicurezza dei cittadini.”

La proposta di legge prende le mosse da una realtà ormai nota: quella degli operatori iscritti nel registro degli indagati per “atto dovuto” in seguito a interventi compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni. Una prassi che, pur non equivalendo a una condanna, spesso si traduce in anni di incertezza, spese legali, danni alla carriera e sofferenze familiari.

La riforma proposta dal NSC si fonda su cinque pilastri:

  • Tutela legale integrale, con un Fondo Nazionale che copra le spese di difesa;
  • Supporto psicologico garantito, riconosciuto come diritto e non più come stigma;
  • Protezione della carriera, con sospensione degli effetti disciplinari fino a sentenza definitiva;
  • Sostegno operativo dell’amministrazione, che dovrà fornire consulenti e legali al dipendente;
  • Presunzione di legittimità dell’azione in divisa, per restituire fiducia nelle istituzioni.

“Non siamo il sindacato che si limita a scrivere sui social o a cercare consensi facili – dichiara Irene Carpanese, Segretario Nazionale –. Noi pretendiamo giustizia per tutti, dal primo all’ultimo Carabiniere. Questa proposta è la voce autentica della base.”

Secondo il Segretario Provinciale Enrico Fornasier, la mobilitazione sta raccogliendo grande partecipazione:

“In pochi giorni abbiamo già raggiunto 15.000 firme e siamo fiduciosi di arrivare presto alle 50.000 necessarie per presentare il testo in Parlamento. Invitiamo tutti, cittadini e appartenenti alle Forze dell’Ordine, a sostenerci.”

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