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Ognissanti, tra devozione e tradizione: storia e riti di una festa secolare

Dal culto dei santi alle visite ai cimiteri, un viaggio tra origini religiose e consuetudini popolari che uniscono memoria e spiritualità

Ognissanti, tra devozione e tradizione: storia e riti di una festa secolare

Foto di repertorio

Ogni anno, il 1° novembre, cristiani di tutto il mondo celebrano la Festa di Ognissanti, conosciuta anche come Tutti i Santi. La ricorrenza è dedicata a tutti i santi e martiri, noti e ignoti, e rappresenta un momento di riflessione sulla vita e sulla memoria dei defunti.

Le origini della festa risalgono al IV secolo, quando la Chiesa cristiana decise di onorare collettivamente tutti i santi, inizialmente fissando la data al 13 maggio. Fu papa Gregorio III, nell’VIII secolo, a stabilire il 1° novembre come giorno ufficiale della celebrazione, dedicando una cappella con reliquie a tutti i santi nella Basilica di San Pietro.

In Italia, Ognissanti si accompagna spesso al Giorno dei Morti, il 2 novembre, creando un ponte tra devozione e ricordo dei propri cari. È tradizione visitare i cimiteri, portare fiori sulle tombe e accendere lumini, simboli di rispetto e memoria. In molte regioni, specialmente al Sud, i dolci tipici come le “ossa dei morti” e altre specialità arricchiscono le celebrazioni, trasformando la festa in un’occasione di incontro familiare.

Oltre alla dimensione religiosa, la festa ha avuto nel tempo anche un ruolo culturale e popolare. Nel Medioevo, ad esempio, le processioni e le messe solenni erano accompagnate da rappresentazioni teatrali e musica sacra, strumenti con cui la Chiesa rafforzava il legame tra fede e comunità. Ancora oggi, in diverse città italiane, le parrocchie organizzano celebrazioni pubbliche e concerti di musica sacra in onore dei santi.

La Festa di Ognissanti rappresenta quindi un momento unico in cui storia, religione e tradizione popolare si intrecciano, ricordando a tutti l’importanza della memoria e del rispetto per chi ci ha preceduto.

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