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Tecnologie ambientali

Telecamere e intelligenza artificiale per proteggere la Laguna Nord di Venezia

Presentato a San Donà di Piave il progetto “LAGUNAS”, che monitora gli uccelli selvatici per capire come maree, traffico e inquinamento influenzano l’ecosistema

Foto dell'incontro

Foto dell'incontro

Nella cornice della Mostra cartografica della Bonifica, presso l’Infopoint del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, è stato presentato martedì 28 ottobre 2025 il progetto LAGUNASLocalizzazione Avifauna per una Gestione Netcentrica Ambientale Sostenibile.
L’iniziativa, finanziata con fondi PNRR e sviluppata in collaborazione con le Università di Trieste e Venezia, punta a un obiettivo ambizioso: monitorare in modo automatico e continuo l’avifauna della Laguna Nord di Venezia, una delle aree naturali più delicate del territorio veneto.

Durante l’incontro, il direttore dell’area Agraria e Ambiente del Consorzio, Graziano Paulon, il fondatore di The Edge Company, Fabio Masci, e il presidente di Wigwam Clubs Italia APS, Efrem Tassinato, hanno illustrato i primi risultati del progetto e le prospettive future.

LAGUNAS utilizza telecamere ad alta risoluzione e sistemi di intelligenza artificiale per “fotografare” lo stato di salute della laguna, analizzando come le variazioni meteorologiche, il traffico turistico e le attività umane influenzino la presenza e i movimenti degli uccelli selvatici.
I dati raccolti permettono di comprendere se alcune specie migratorie abbandonano l’area o modificano i propri comportamenti in risposta all’inquinamento o ai cambiamenti climatici.

Le telecamere, installate su edifici del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, inviano in tempo reale le informazioni al sistema BCMS® (Bird Concentration Monitoring System). A queste rilevazioni vengono affiancati dati meteo, previsioni di marea e indicatori della qualità dell’aria, creando un archivio digitale che consente di analizzare l’ambiente lagunare come un organismo vivo e in continuo mutamento.

I primi risultati sono incoraggianti: il sistema ha raggiunto un’accuratezza del 98% nel riconoscere le specie, e ha già individuato alcune correlazioni significative. Le presenze ornitiche, ad esempio, aumentano durante la bassa marea, quando il fango affiora e offre cibo agli uccelli, mentre si riducono nelle ore di maggiore inquinamento da traffico, quando le concentrazioni di PM10 e NO₂ raggiungono i picchi più alti.
La temperatura risulta invece un “modulatore” quotidiano: giornate più calde portano a un’attività più intensa di ricerca del cibo.

L’obiettivo finale è ambizioso: sviluppare un modello predittivo capace di anticipare i movimenti degli uccelli, utile non solo per la tutela ambientale ma anche per la sicurezza aerea e la futura gestione dei droni in aree sensibili. In prospettiva, il progetto potrebbe consentire la creazione di corridoi di volo sicuri per i mezzi senza pilota, evitando interferenze con la fauna selvatica e riducendo il traffico su gomma, soprattutto lungo le strade congestionate dell’area jesolana.

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