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Turismo e sapori
31.10.2025 - 17:56
Uno stand gastronomico dell'edizione di quest'anno
430 edizioni alle spalle, oltre 200 bancarelle e 150mila visitatori solo la sera dei fuochi. Si è conclusa a fine ottobre la Fiera Franca di Cittadella, una delle tappe più importanti nel calendario di eventi dell’Alta Padovana, che quest’anno è persino durata un giorno in più rispetto al solito. Un successo su tutti i fronti, secondo il Sindaco Luca Pierobon: “Il tempo ha sicuramente aiutato, ma il buon esito della Fiera è dovuto in gran parte all’organizzazione, che ha funzionato sin nei minimi dettagli.”
La Fiera Franca non è la classica sagra di paese, ma una vera e propria celebrazione della vita agricola e del territorio, come spiega orgogliosamente il primo cittadino: “La nostra è una fiera un po' particolare perché, oltre ad avere le classiche bancarelle, va ad agire su tutto quello che è il mondo agricolo.” Dall’area riservata alle macchine agricole al mercato del bestiame del lunedì mattina, dove gli agricoltori della zona vengono a vendere i loro animali, fino agli stessi banchi alimentari, gestiti da produttori locali, tutto è a chilometro zero, tranne i visitatori. Infatti, nonostante fossero tanti i Cittadellesi che bazzicavano tra le bancarelle, l’evento ha visto la popolazione del borgo padovano crescere di oltre sette volte per i tre giorni della fiera agricola. Il momento di massima affluenza è stato il gran finale con i fuochi d’artificio, quando 150mila visitatori hanno assistito dagli spalti di Riva del Grappa all’immancabile spettacolo pirotecnico che ogni anno marca la conclusione delle attività e il ritorno del borgo padovano alla routine quotidiana.

Grande soddisfazione, ma pure qualche piccolo rammarico, anche tra i gestori delle bancarelle, come ci racconta la commerciante Elisa, che viene tutti gli anni dalla vicina San Martino di Lupari: “Ieri ci hanno dato una possibilità di fare una giornata in più – raccontava il secondo giorno della fiera – e abbiamo lavorato bene. La gente in questo periodo vuole spendere poco, quindi i banchi che puntano sulla qualità come il nostro devono saper parlare molto ed esporre bene il proprio prodotto, altrimenti scompaiono nella mischia di bancarelle, che onestamente sono tutte un po’ troppo ammucchiate le une sulle altre.”
Un secondo commerciante, Alessandro, ci parla invece dei suoi prodotti: “Tra caldarroste, noci, mandaranci, radicchio trevigiano e zucche, abbiamo deciso di proporre solo ortaggi di stagione. Di affluenza ce n’è eccome, domenica mattina c’era già molta gente, ma di solito il pienone arriva nel pomeriggio-sera”. La sua bancarella è da anni una presenza fissa alla Fiera, ma ci spiega che è un punto fisso anche al mercato che si svolge tutte le domeniche. L’evento ha portato grandi benefici anche ai negozi della città, come la libreria Ubi in centro, che sabato era gremita di clienti grazie al continuo viavai di visitatori.
Nicola Canella
Edizione
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