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Il vino dei Colli Euganei cambia nome: d'ora in avanti il rosso si chiamerà semplicemente "Colli Euganei Doc"

Il Consorzio di Tutela sceglie di valorizzare il nome del territorio e abbandona le vecchie denominazioni legate ai vitigni bordolesi

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Cambia il nome, ma resta intatta la qualità. Da oggi i grandi vini rossi dei Colli Euganei si chiameranno semplicemente “Colli Euganei Doc”, senza altre specificazioni legate ai vitigni. La decisione è stata approvata venerdì 31 ottobre dall’Assemblea dei Soci del Consorzio di Tutela Vini Colli Euganei, riunita nella sede di Vo’.

Si tratta di un passo importante nel percorso di valorizzazione del territorio, iniziato lo scorso anno con la semplificazione del nome del Serprino dei Colli Euganei Doc. Ora l’attenzione si sposta sui rossi prodotti da uve di origine bordolese – come Cabernet, Merlot e Carmenère – che da oltre un secolo hanno trovato nei Colli Euganei il loro habitat ideale.

«Con questa scelta – spiega il presidente del Consorzio, Gianluca Carraro – vogliamo dare centralità al nome del territorio, come accade per le grandi denominazioni italiane e straniere. Finora si parlava di Cabernet o Merlot dei Colli Euganei, ma d’ora in avanti sarà il territorio a essere protagonista. Il nostro obiettivo è rendere il “Colli Euganei Doc” il simbolo dell’identità e della vocazione vinicola di quest’area».

I produttori potranno comunque indicare la varietà di uva utilizzata, ma solo in caratteri più piccoli rispetto alla denominazione principale. Il nuovo disciplinare Doc – che dovrà ora ottenere il via libera dalla Regione Veneto e dal Comitato Nazionale Vini del Ministero dell’Agricoltura – stabilisce regole precise anche sull’etichettatura: il nome del vitigno dovrà comparire sotto la dicitura “denominazione di origine controllata” e avere un carattere tipografico non superiore alla metà di quello usato per “Colli Euganei”.

Il cambiamento rientra in una strategia più ampia di rilancio e semplificazione del comparto vitivinicolo euganeo. «Nel 2025 – anticipa Carraro – coinvolgeremo tutta la filiera per discutere eventuali novità sui vini bianchi e, in prospettiva, sul futuro della Docg del Fior d’Arancio, in un mercato internazionale in continua evoluzione».

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