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Attualità
11.11.2025 - 11:18
Foto di repertorio
In Veneto la generazione under 30 vive un paradosso: è la più istruita e dinamica di sempre, ma anche la più fragile dal punto di vista economico e sociale. Tra contratti brevi, salari bassi e un mercato immobiliare sempre più costoso, costruire un futuro stabile è diventato un percorso a ostacoli.
Il Veneto può vantare uno dei tassi di disoccupazione giovanile più bassi d’Italia — intorno al 16%, contro una media nazionale che supera il 22% — ma dietro il dato si nasconde una realtà complessa.
Molti giovani lavorano, sì, ma in condizioni di precarietà o con retribuzioni insufficienti. Contratti a termine, tirocini prorogati e partite IVA “forzate” sono ormai la normalità. L’industria, il turismo e i servizi continuano a offrire impiego, ma le prospettive di crescita professionale sono spesso limitate, specie per chi ha competenze umanistiche o creative.
Come osserva un recente rapporto di Unioncamere Veneto, “il problema non è trovare un lavoro, ma trovare un lavoro che consenta di progettare una vita”.
Altro nodo cruciale è quello dell’abitazione. Tra affitti in costante aumento nelle città universitarie come Padova e Verona e il costo proibitivo degli immobili, sempre più giovani restano a vivere con i genitori oltre i 30 anni.
Il risultato è una generazione sospesa, che fatica a conquistare la propria autonomia economica e personale, nonostante la voglia di indipendenza sia fortissima.
Le università venete restano tra le migliori d’Italia per qualità della didattica e tasso di occupazione dei laureati, ma cresce il rischio di “fuga dei cervelli”.
Ogni anno migliaia di giovani laureati si trasferiscono verso Milano, l’estero o altre aree più dinamiche per retribuzioni e opportunità. Chi resta, spesso lo fa per amore della propria terra, ma sente la mancanza di un sistema che premi merito e innovazione.
Nonostante le difficoltà, il Veneto resta una regione capace di offrire opportunità concrete, soprattutto nei settori legati all’innovazione, alla green economy e alla manifattura 4.0.
Molti under 30 stanno riscoprendo il valore dell’imprenditorialità, fondando start-up, cooperative e microimprese locali.
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