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Elezioni regionali
20.11.2025 - 14:56
Chiara Luisetto, PD
«Prendersi cura della fragilità è una responsabilità sociale, non privata». Chiara Luisetto, capolista del Partito Democratico nella circoscrizione di Vicenza per le prossime elezioni regionali del 23 e 24 novembre, è intervenuta ai microfoni di Buongiorno Veneto su Radio Veneto24 con un giudizio critico sulla gestione del welfare da parte della Regione.
Secondo Luisetto, negli ultimi quindici anni «non si è avuta una visione di sistema e non sono state adottate soluzioni alternative prima della casa di riposo». Un problema che oggi pesa su migliaia di famiglie: «In Veneto abbiamo 10.000 anziani non autosufficienti in lista d’attesa per un posto nelle strutture. L’unica alternativa è la gestione familiare, ma molte famiglie non ce la fanno più».
La candidata ricorda anche il progetto di legge da lei presentato per il riconoscimento dei caregiver familiari, «600.000 persone che in Veneto sono un esercito silenzioso, senza diritti e senza tutele». Un testo discusso ma mai trasformato in legge: «Per me è inaccettabile».
Luisetto commenta anche le recenti dichiarazioni del candidato del centrodestra Alberto Stefani, che indica il sociale come priorità del suo programma: «Mi chiedo dove siano stati in questi 15 anni. Parlano di sociale oggi, ma sono gli stessi che hanno governato fino a ieri. Hanno asciugato diritti e servizi e nel 2016 hanno accentrato il sistema in poche Ulss, svuotando i distretti e i servizi territoriali. Adesso ne paghiamo il prezzo».
Particolarmente duro il giudizio sulla mancata riforma delle Ipab: «Siamo l’ultima regione a statuto ordinario a non averla fatta. Questo significa che le strutture pubbliche, soprattutto le case di riposo e le realtà che si occupano di minori, non hanno condizioni economiche pari al privato. Chiediamo di più al pubblico e lo mettiamo in difficoltà».
L'esponente dem ha poi commentato i più recenti fatti di cronaca nera — dalla tragedia di Casteldazzano all’ennesimo femminicidio avvenuto a Castelnuovo del Garda — che indica come esempi di fragilità abbandonate.
«Il Veneto investe meno del 5% del fondo sanitario regionale sulla salute mentale. Centri che non garantiscono aperture adeguate, prevenzione ridotta al minimo, ragazzi tra i 14 e i 24 anni lasciati soli dopo il Covid. Il bisogno è cambiato, le risposte no».
Sul tema della violenza di genere, la candidata sottolinea l’importanza dell’educazione affettiva nelle scuole: «Si discute addirittura di eliminarla. È grave solo pensarlo. Serve per insegnare relazioni sane e sradicare la cultura del possesso. Le donne sono più sicure solo quando lo sono le relazioni».
E aggiunge: «Servono risorse certe per centri antiviolenza e case rifugio, non continui rinvii».
Un’ultima riflessione riguarda la composizione delle candidature per la presidenza della Regione Veneto: «Cinque candidati e nessuna donna, è un dispiacere», afferma Luisetto. «Siamo felici del nostro candidato Giovanni Manildo, ma è evidente quanta strada ci sia ancora da fare. Nelle liste però ci sono molte capolista donne e speriamo che i cittadini riconoscano il nostro contributo».
Chiara Luisetto ha concluso il proprio intervento con una rassicurazione agli elettori: «I cittadini devono sapere di poter contare su di me. Essere presenti, ascoltare e costruire soluzioni può davvero fare la differenza».
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