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20.11.2025 - 19:52
Foto di repertorio
Gli alimenti ultraprocessati, comunemente presenti nelle nostre dispense sotto forma di patatine confezionate, bibite gassate, cibi precotti e carne in scatola, rappresentano una minaccia crescente per la salute. Secondo alcune ricerche il consumo regolare di questi prodotti è associato a obesità, malattie cardiache, diabete di tipo 2, depressione e altre patologie.
Gli esperti spiegano che questi cibi, ricchi di aromi, coloranti, emulsionanti e altre sostanze di sintesi, sono estremamente appetibili ma poveri di nutrienti essenziali. «Non siamo biologicamente adatti a consumarli», avverte il professor Carlos Monteiro dell’Università di San Paolo. L’eccesso di questi alimenti può infatti danneggiare tutti i principali organi e sistemi del corpo umano.
Il fenomeno ha dimensioni globali, alimentato dalle strategie di marketing aggressivo delle multinazionali, che promuovono il consumo ripetuto e ostacolano normative più severe a tutela della salute pubblica.
Per contrastare il rischio, gli studiosi propongono misure concrete: etichette più trasparenti sugli ingredienti ultraprocessati, restrizioni pubblicitarie soprattutto verso i bambini, divieti di vendita in scuole e ospedali e limiti alla disponibilità nei supermercati.
Senza politiche mirate, gli alimenti ultraprocessati continueranno a rappresentare una minaccia crescente per la salute globale, ribadendo l’importanza di scelte alimentari consapevoli.
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