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Manildo lancia l’appello finale: “Il Veneto scelga il futuro, non l’immobilismo”

Il candidato del centrosinistra chiude la campagna puntando su sanità pubblica, giovani, lavoro e ambiente: “Serve cambiare passo, insieme”

Manildo lancia l’appello finale: “Il Veneto scelga il futuro, non l’immobilismo”

Foto di repertorio

Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alla presidenza del Veneto, chiude la campagna elettorale con un appello diretto agli elettori, invitandoli a scegliere tra l’immobilismo e la ripartenza in vista del voto del 23 e 24 novembre. Una scelta che, spiega, nasce da una domanda personale e insieme politica: il futuro dei giovani, a cominciare dai suoi tre figli.
“Mi sono chiesto se questa terra che tanto ci ha dato sarà in grado di offrire a loro le stesse opportunità che abbiamo avuto noi”, racconta, spiegando così l’origine della sua candidatura.

Al centro del suo messaggio c’è un Veneto che, a suo giudizio, vive una fase di stallo mascherata da una narrazione rassicurante. Manildo elenca criticità che definisce ormai strutturali: una sanità pubblica in affanno, stipendi fermi, affitti sempre più alti, giovani costretti a lasciare la regione, un ambiente fragile e politiche economiche prive di visione di lungo periodo. “Dietro l’apparenza trionfalistica – sottolinea – si nascondono crisi profonde: industriale, economica, sociale, sanitaria, ambientale, demografica. Lo dicono i dati, ma lo confermano le persone che ho incontrato”.

Il candidato rivendica una campagna passata “ad ascoltare, più che a raccontare”, tra mercati, aziende, associazioni e comuni del territorio. L’obiettivo, spiega, è stato comprendere i bisogni reali dei cittadini e costruire un programma che nasce “dall’esperienza degli esperti e dal contributo delle persone comuni”.
Nel suo progetto politico trovano spazio una sanità pubblica più vicina ai territori, lavoro dignitoso e sicuro, politiche per trattenere i giovani, case a prezzi accessibili, scuola sostenuta come “diritto reale”, tutela dell’ambiente in dialogo con il mondo agricolo e una cultura vista come motore di sviluppo.

Un’attenzione particolare, afferma, è rivolta alle comunità locali: montagna, aree interne, coste e territori spesso marginalizzati nelle scelte regionali. “Non promesse irrealizzabili, ma scelte necessarie per ricostruire una comunità vera: il Veneto di tutti”.

Manildo richiama anche la grande tradizione di solidarietà della regione: “Un milione di volontari che dedicano il loro tempo agli altri dimostrano che i veneti sono persone straordinarie”. È a loro, e a chi chiede un cambio di passo, che rivolge l’appello finale: “Il 23 e 24 novembre scegliete il cambiamento, scegliete un Veneto capace di guardare al futuro con forza e ottimismo. Insieme ci prenderemo cura del lavoro, dell’economia, della salute, della sicurezza, dei giovani, degli anziani, della cultura e dell’ambiente. Un Veneto che vuole creare futuro”.

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