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Crisi industriale

SuperJet di Tessera verso il bivio: l’appello della Fim-Cisl Venezia per salvare occupazione e competenze

Il sindacato denuncia l’incertezza sul futuro dello stabilimento e chiede alla Leonardo e alle istituzioni di garantire continuità ai lavoratori veneziani

La sede di SuperJet International

La sede di SuperJet International

A Tessera, alle porte di Venezia, cresce la tensione tra i lavoratori della SuperJet International. Le ultime indicazioni arrivate dalla direzione aziendale alla Rsu delineano uno scenario critico, che porta l’industria aeronautica locale davanti a una doppia strada: avvio della liquidazione oppure ricorso alla composizione negoziata della crisi. La prima ipotesi significherebbe la fine dell’azienda, mentre la seconda, come sottolineano dalla Fim-Cisl, aprirebbe comunque un percorso complesso e tutto in salita nel tentativo di risanare l’attività.

A preoccupare il sindacato è soprattutto la posizione di Leonardo, azionista al 10% di SuperJet, giudicata contraddittoria. «Da un lato Tessera viene spinta verso la chiusura per strategie politiche, dall’altro la stessa Leonardo sta aumentando utili, investimenti e progetti in diverse regioni italiane», osserva la Fim-Cisl.

Per Alberto Gomiero, della segreteria Fim di Venezia, la priorità è chiara: «Leonardo deve investire nel nostro territorio. Serve un piano per assorbire il centinaio di dipendenti SuperJet nella sede veneziana di Leonardo, così da assicurare continuità occupazionale. Sarebbe un delitto non valorizzare il patrimonio di competenze presenti in questo stabilimento per sviluppare nuovi piani industriali su Tessera».

Gomiero richiama poi la responsabilità delle istituzioni: «Non possiamo accettare che decisioni di carattere geopolitico cadano sulle spalle dei dipendenti e delle loro famiglie. Stato e Regione non possono voltarsi dall’altra parte: è necessario intervenire per dare stabilità e un futuro ai lavoratori del territorio. SuperJet non può diventare motivo d’imbarazzo per le istituzioni».

Intanto i sindacati attendono ancora una risposta alla richiesta di incontro presentata al ministero delle Imprese e del Made in Italy. «È inaccettabile che le segreterie nazionali non siano ancora state convocate», aggiunge Gomiero, mentre nello stabilimento veneziano cresce l’ansia per un destino sempre più incerto.

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