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12.12.2025 - 10:33
Foto di repertorio
Un progetto pilota nazionale ha preso il via ieri a Verona, grazie alla collaborazione tra il Comune e l’Istat, per monitorare il disagio socio-economico della città e del suo territorio. L’iniziativa mira a fornire a istituzioni, amministratori, professionisti e cittadini strumenti concreti per sviluppare politiche pubbliche mirate e strategie di rigenerazione territoriale.
“Spesso sono i Comuni a dover affrontare i problemi quotidiani dei cittadini, indipendentemente dal livello di risorse e norme a disposizione – ha spiegato il sindaco Damiano Tommasi –. Questo progetto ci permette di prendere decisioni basate su dati concreti e non su impressioni o mode mediatiche, rafforzando la rete tra istituzioni, cittadini e aziende che costituisce il vero tessuto della città.”
I dati elaborati dall’Istat, relativi al 2021, hanno permesso di distinguere le zone della città a livello sub-comunale e confrontarle con i comuni della cintura. Tra le criticità evidenziate figurano denatalità, invecchiamento, aumento della dipendenza strutturale e differenze significative nel mercato abitativo. Alcune aree, come Veronetta, mostrano livelli di disagio superiori alla media cittadina, con maggiori percentuali di famiglie a basso reddito, senza occupati o pensionati da lavoro e di occupazione non stabile.
L’indice composito elaborato dagli esperti evidenzia come zone a basso disagio Santa Maria in Stelle e Valdonega, mentre quartieri come Veronetta e Santa Lucia richiedono attenzione particolare, anche per quanto riguarda la disoccupazione giovanile e l’abbandono scolastico.
“Questi strumenti ci consentono di pianificare interventi mirati, non solo nei confini comunali ma nell’intero ambito territoriale dei 36 comuni coinvolti – ha sottolineato l’assessora Luisa Ceni –. La città si progetta a partire dalle persone e dai loro bisogni, e dati dettagliati come questi sono fondamentali per costruire il nuovo Piano di Assetto Territoriale.”
All’incontro hanno partecipato anche il presidente della Provincia Flavio Massimo Pasini, il direttore dei Servizi socio-sanitari dell’ULSS9 Felice Nava, Andrea Cutillo dell’Istat e Girolamo D’Anneo dell’USCI, sottolineando l’importanza di dati affidabili e analisi sub-comunali per politiche di prossimità efficaci.
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