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17.12.2025 - 11:11
Verona
L’inflazione continua a farsi sentire sulle tasche dei cittadini, con i beni di prima necessità tra i più colpiti. A livello nazionale, i prezzi di novembre 2025 hanno registrato un aumento dell’1,1% su base annua, mentre a Verona la crescita è stata leggermente superiore, attestandosi all’1,3%, come emerge dall’analisi di Federconsumatori APS Verona.
Il settore più colpito resta quello dei “Servizi ricettivi e ristorazione”, con un incremento del 3,5% a livello nazionale e del 4,5% in città. Anche i prodotti alimentari e le bevande analcoliche hanno subito rincari significativi: +1,9% in Italia e +1,1% a Verona. Federconsumatori sottolinea come questi aumenti abbiano un impatto particolarmente forte sulle famiglie, soprattutto per quanto riguarda i beni di prima necessità.
Analizzando i singoli prodotti alimentari a Verona, si osservano incrementi superiori alla media del paniere: carni bovine +4,9%, pesce e prodotti ittici +5,7%, latte, formaggi e uova +4,7%, mentre le bevande analcoliche +6,1%. Al contrario, si registrano cali per oli e grassi -10,7% e per alcuni vegetali -9,1%.
Secondo i dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tra ottobre 2022 e ottobre 2025 i rincari più evidenti a Verona riguardano il caffè tostato (+7,21 € ogni 100 g), la carne suina (+1,38 € ogni 100 g) e il prosciutto crudo (+5,33 € per 1 kg). L’olio extravergine d’oliva è tra i pochi prodotti ad aver registrato un calo, passando da 6,30 € a 5,98 € ogni 100 cl.
Guardando alle dodici principali divisioni di spesa, a Verona gli aumenti più marcati rispetto all’anno precedente hanno riguardato servizi sanitari e spese per la salute (+2,1%), abbigliamento e calzature (+1,1%) e servizi ricettivi e ristorazione (+4,5%). Calano, invece, le comunicazioni (-5,3%) e i costi legati all’abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-2%).
L’analisi conferma un trend già segnalato da rapporti Istat, Censis e Caritas Italiana: l’inflazione pesa in maniera crescente sulla vita quotidiana delle famiglie, aumentando le disuguaglianze e la povertà. I rincari più consistenti si concentrano sui beni essenziali, con effetti diretti sul potere d’acquisto, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione.
A livello regionale, Verona si colloca al quinto posto per aumento dei prezzi tra le città capoluogo, con un incremento dell’1,3%, preceduta da Padova (1,4%) e da altre quattro città italiane.
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