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18.12.2025 - 11:21
Foto di repertorio
Verona si conferma uno dei motori economici più solidi e dinamici del Veneto e dell’intero Paese. Il PIL pro-capite della provincia cresce dell’1,9%, un ritmo nettamente superiore sia alla media nazionale (+0,9%) sia a quella regionale (+1,3%), a dimostrazione di un tessuto produttivo resiliente e capace di affrontare le sfide globali. È quanto emerge dal report “Why Verona – Il Bello e il Buono” elaborato da Deloitte Economics e presentato ieri nella sede di Confindustria Verona.
I numeri raccontano una provincia che eccelle su più fronti. Verona è prima in Italia per esportazioni di bevande e terza nei prodotti alimentari, confermando il peso strategico del comparto agroalimentare. Nel complesso, rappresenta il 18,5% dell’export veneto ed è la terza provincia della regione per valore delle esportazioni totali. Nonostante le incertezze legate ai dazi e alle tensioni commerciali internazionali, l’impatto sul territorio è stato finora contenuto, grazie alla forte diversificazione dei mercati di destinazione e a una limitata esposizione verso gli Stati Uniti.
A sostenere la competitività del territorio è anche la logistica: con oltre 2,5 milioni di metri quadrati di superficie e collegamenti strategici con l’asse del Brennero, l’Interporto di Verona è il primo in Italia e il secondo in Europa per traffico merci, rafforzando il ruolo della provincia come hub internazionale.
Turismo in forte espansione
Il turismo si conferma uno degli assi portanti dello sviluppo. Verona è la quinta città italiana per arrivi e presenze complessive, ma soprattutto guida la crescita: prima in Italia per incremento annuo degli arrivi e seconda per aumento delle presenze nell’ultimo decennio. Tra il 2014 e il 2024, la provincia ha registrato una crescita media annua degli arrivi del 4,2% e delle presenze del 3,1%, seconda solo a Roma. Un risultato favorito dalla capacità attrattiva della città patrimonio Unesco, dalla vicinanza al Lago di Garda e alle Dolomiti e dal rapido recupero delle strutture extra-alberghiere dopo la pandemia.
Occupazione e capitale umano
Sul fronte del lavoro, Verona mostra dati incoraggianti soprattutto tra i giovani adulti: nella fascia 25-34 anni il tasso di occupazione raggiunge l’80,8%, superando la media del Nord-Est e distanziando nettamente quella nazionale. Restano invece margini di miglioramento per la fascia 15-24 anni, ancora sotto la media regionale.
Cresce anche il capitale umano qualificato. Negli ultimi dieci anni è aumentato il numero di laureati, in particolare nelle discipline STEM: +17% in ingegneria industriale e dell’informazione e +7,2% nelle scienze applicate. Un segnale positivo, sebbene il fabbisogno delle imprese resti superiore all’offerta disponibile.
Imprese più strutturate e orientate al futuro
Il tessuto imprenditoriale veronese sta vivendo una fase di consolidamento. Pur restando prevalenti le imprese individuali, aumentano le società di capitali e l’ingresso di soci esterni nelle aziende familiari, così come i casi di passaggio generazionale. Un’evoluzione che rafforza la solidità delle imprese e la loro capacità di competere sui mercati internazionali.
«I dati confermano la forza economica di Verona e la sua capacità di attrarre investimenti», ha sottolineato Luca Lorenzetti, Partner di Deloitte. Un messaggio condiviso dagli altri relatori, che hanno evidenziato la centralità del territorio nel sistema produttivo veneto e la necessità di continuare a investire in infrastrutture, innovazione e digitalizzazione.
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