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Vicenza, censurati laboratori sulla Palestina al Liceo Fogazzaro

Gli studenti organizzano una contro-assemblea dopo l’annullamento delle testimonianze: polemica sulle presunte direttive ministeriali

Vicenza, censurati laboratori sulla Palestina al Liceo Fogazzaro

Foto di repertorio

Tre laboratori previsti al Liceo Don G. Fogazzaro di Vicenza, con testimonianze di attivisti, volontari e giovani palestinesi, sono stati annullati all’interno di un’assemblea d’istituto programmata per martedì 23 dicembre. La decisione è stata motivata dall’amministrazione scolastica richiamando presunte direttive ministeriali e la necessità di garantire un generico “contraddittorio”.

Secondo quanto riferiscono gli studenti, l’intervento è arrivato dopo le dichiarazioni pubbliche di Giulia Gennaro, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, che aveva definito gli incontri “di parte” e “inaccettabili”. Le direttive del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara del 7 novembre e del 12 dicembre sono state utilizzate per giustificare lannullamento.

Gli studenti denunciano che il caso non è isolato e si inserisce in un contesto nazionale segnato da crescenti interventi repressivi nelle scuole. Recenti precedenti si registrano in Toscana ed Emilia-Romagna, dove incontri su temi analoghi hanno portato all’invio di ispettori ministeriali.

La scuola che censura il confronto rinuncia al proprio ruolo educativo e legittima il silenzio di fronte a crimini di massa”, affermano gli studenti. “Ascoltare testimonianze dirette non è propaganda, ma formazione”.

In risposta, gli studenti del Fogazzaro, insieme alla Rete degli Studenti Medi di Vicenza e a Intifada Studentesca Vicenza, hanno organizzato una contro-assemblea autogestita, prevista per martedì 23 dicembre alle ore 8.00. L’iniziativa sarà uno spazio di informazione e confronto sulla situazione in Palestina.

“Le assemblee d’istituto sono spazi degli studenti e per gli studenti. Se vengono svuotate di contenuto e sottoposte a controllo politico, è nostro dovere ricostruirle dal basso”, dichiarano gli studenti, confermando la volontà di difendere il diritto all’informazione e al pensiero critico.

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