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Polemica energetica

Agrivoltaico a Torre di Fine-Eraclea, il consigliere Montanariello solleva dubbi sul progetto

Il consigliere regionale chiede alla Giunta un approfondimento sulla sostenibilità ambientale dell’impianto, evidenziando le preoccupazioni della comunità locale e del comitato “No all’Agrivoltaico”

montanariello

Il Consigliere Regionale Jonatan Montanariello

Il consigliere regionale del Partito Democratico Jonatan Montanariello ha presentato oggi un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta regionale riguardo al progetto dell’impianto agrivoltaico avanzato “Torre di Mosto”, che coinvolge anche il comune di Eraclea, in particolare la frazione di Torre di Fine-Eraclea.

Il progetto, attualmente in valutazione presso la Regione del Veneto per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), prevede un impianto da oltre 205 MWp con un sistema di accumulo elettrochimico, occupando un’area agricola di circa 165 ettari.

Montanariello sottolinea le preoccupazioni già manifestate dalla comunità locale e dal Comitato “No all’Agrivoltaico di Torre di Fine-Eraclea”, che ha evidenziato possibili impatti sulla rete ecologica, incongruenze con il Piano di Assetto del Territorio e conseguenze sul paesaggio rurale, sull’identità del territorio e sul turismo lento.

“La Regione del Veneto si è dotata di una normativa chiara con la legge regionale n. 17 del 19 luglio 2022, per tutelare il suolo agricolo e garantire un equilibrio tra energie rinnovabili e salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio, della biodiversità e delle tradizioni locali, in linea con l’obiettivo di consumo di suolo zero entro il 2050”, ha spiegato il consigliere.

Con la sua interrogazione, Montanariello chiede alla Giunta di valutare uno specifico approfondimento e una verifica della sostenibilità ambientale dell’intervento, considerando le criticità segnalate.

“La transizione energetica è una sfida fondamentale, ma deve essere governata con responsabilità, ascoltando i territori e assicurando che non si traduca in un sacrificio irreversibile del paesaggio e dell’ambiente veneto”, ha concluso.

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