Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Ulss 6 Euganea: al via oggi le prime infusioni di anticorpi monoclonali anti-Covid

terapia monoclonale coronavirus medico

Infusioni di anticorpi monoclonali anti-Covid: iniziate oggi le prime infusioni a pazienti Covid-positivi dell'Ulss 6 Euganea presso l'Ospedale di Cittadella

Al via le infusioni di anticorpi monoclonali anti-Covid Al via le infusioni di anticorpi monoclonali anti-Covid

All’Ospedale di Cittadella sono incominciate nella mattina di oggi, mercoledì 24 marzo, le prime infusioni di anticorpi monoclonali in pazienti Covid-positivi, una terapia di recente approvazione che, imitando gli anticorpi naturalmente prodotti dall’organismo, ha il potenziale per trattare e prevenire la progressione dell’infezione in pazienti già positivi al virus. I soggetti eleggibili per questo tipo di trattamento sono reclutati dai Medici di base, dalle USCA o dagli operatori di Pronto Soccorso, che li indirizzano in uno dei due centri prescrittori individuati nel padovano – un primo all’Azienda Ospedaliera di Padova e un secondo all’Ospedale di Cittadella – in base al luogo di residenza. Negli ambulatori dedicati a questo tipo di terapia, dopo un triage infermieristico e una valutazione clinica da parte di un medico, può cominciare dunque l’infusione di anticorpi in una seduta che dura circa un’ora e prevede il monitoraggio costante dei parametri cardiovascolari e della saturazione.

Ospedale di Cittadella: da oggi le prime terapie con anticorpi monoclonali anti-Covid

https://youtu.be/dvnv6aeSSJc

(Fonte: Ulss 6 Euganea)

Il primo paziente sottoposto alla terapia con anticorpi monoclonali al reparto di Pneumologia dell’Ospedale di Cittadella è stato il signor Flavio, 66 anni e residente nella provincia di Padova. “Sono contento di poter ricevere questo trattamento – ha dichiarato l'uomo – nelle mani di questi bravi dottori e infermieri mi sono sentito al sicuro. La speranza è che la terapia possa essere efficace su di me e mi faccia guarire”. “Finalmente possiamo disporre di un’arma terapeutica ulteriore e importante – ha aggiunto la dottoressa Maria Rita Marchi, direttore dell’Unità di Pneumologia di Cittadella – in questo caso non riservata ai pazienti positivi ospedalizzati, ma utilizzata per ridurre il numero di ricoveri attenuando la virulenza dell’infezione in soggetti che hanno contratto il virus e potrebbero perciò progredire verso gli esiti più gravi della malattia. Evitando l’aggravamento dell’infezione in atto, sarà più facile continuare a trattare i pazienti a domicilio, per cui con l’uso degli anticorpi monoclonali contiamo di rafforzare l’impostazione terapeutica territoriale”.

Anticorpi monoclonali: al via da oggi le infusioni presso l'Ospedale di Cittadella, ma non tutti i pazienti possono ricorrere a questa terapia

Va però ricordato che non tutti i pazienti Covid-positivi possono essere trattati con gli anticorpi monoclonali. “I destinatari di questa terapia – ha infatti precisato la dottoressa Marchi – sono i pazienti con più di 65 anni affetti da problemi come obesità, diabete o patologie autoimmuni, a patto in quest’ultimo caso che abbiano sospeso il trattamento immunosoppressivo nei sei mesi antecedenti all’infusione di anticorpi monoclonali. Possono ricevere la terapia monoclonale anche i pazienti con più di 55 anni e portatori di patologie cardiovascolari o respiratorie croniche, mentre per i pazienti in età pediatrica sono previsti criteri di eleggibilità e appropriatezza più selettivi. Nello specifico, il ricorso alla terapia con anticorpi monoclonali può avvenire in pazienti di età inferiore ai 17 anni con esiti di paralisi celebrale infantile, oppure portatori di diabete giovanile o di patologie linfoproliferative in fase di stabilità clinica”.

"Questa ulteriore terapia rivolta ai pazienti positivi al Coronavirus – commenta il nostro Direttore Sanitario facente funzioni, dottor Piero Realdon – nasce dalla collaborazione con i Medici di Medicina Genarle e i poli di Pronto Soccorso, con i quali abbiamo organizzato un sistema di sorveglianza territoriale e ospedaliera per intercettare i pazienti potenzialmente trattabili con gli anticorpi monoclonali. Si tratta infatti di pazienti che è importante individuare precocemente, per poi seguirli con un protocollo preciso e loro dedicato”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione