Sedici sindaci e le più importanti associazioni di categoria hanno condiviso i contenuti della mozione che ha impegnato la sindaca Giorgia Bedin a portare al tavolo di crisi le preoccupazioni e le posizioni del territorio
“La prospettiva occupazionale collegata alle difficoltà energetiche del cementificio di Monselice non deve essere un pretesto per bruciare rifiuti”. Questo è il fulcro della mozione votata all’unanimità nel Consiglio Comunale straordinario a cui hanno partecipato i sindaci del territorio, Federalberghi Terme, Coldiretti, Cia, Bioce, Consorzio vini dei Colli Euganei e i Consiglieri regionali padovani. Il motivo che ha spinto la convocazione del Consiglio aperto ruota attorno all’incontro in Regione sull’occupazione dei lavoratori della cementeria collegata alle difficoltà energetiche. Sedici sindaci e le più importanti associazioni di categoria hanno condiviso i contenuti della mozione che ha impegnato la sindaca Giorgia Bedin a portare al tavolo di crisi le preoccupazioni e le posizioni del territorio, che si sono dimostrate unite e compatte sulla futura strada da intraprendere in merito al lavoro, all’ambiente, alla salute e all’economia. Per tutti infatti il riferimento a non meglio precisate “difficoltà energetiche” prefigura la volontà del Cementificio Buzzi, che si trova a ridosso del centro abitato e all’interno del Parco Colli, ad utilizzare combustibili derivati da rifiuti: il cosiddetto Css. Un fatto che potrebbe mettere a rischio la salute e il futuro di molte attività economiche che hanno già più volte fatto sentire la loro voce assieme a quella dei cittadini. Questo il commento della prima cittadina, dopo aver partecipato all’unità di crisi aziendale in Regione con oggetto “prospettive occupazionali del settore dei cementifici Bassa padovana” a cui erano presenti i vertici di Buzzi, l’assessora Elena Donazzan, la direzione unità di crisi e direzione lavoro, i sindacati, Assoindustria, la Provincia e il Comune. Dall’incontro è emerso che non c’è alcuna crisi occupazionale e sono invece emerse le prospettive di investimenti futuri della cementeria. “Buzzi ha spiegato di avere tre linee di sviluppo ed intervento - spiega Bedin - combustibili alternativi (Css), produzione di cementi con meno clinker e impianti fotovoltaici.Ho ribadito con forza il mandato che ho avuto dal mio Consiglio comunale: questo territorio non vuole che si utilizzi il Css, il combustibile “alternativo” derivato dai rifiuti. Ho rimarcato le posizioni e la volontà delle nostre comunità di promuovere l'avvio del percorso per l'applicazione dell'art. 19 del Piano Ambientale del Parco Colli, che consentirebbe di trattare tutte le tematiche del cementificio, tutelando l'occupazione dei lavoratori impiegati nel cementificio sia di quelli impiegati nei settori che oggi rappresentano il futuro ed il volano economico del territorio e per i quali, in questi anni, tanto è stato fatto ad ogni livello amministrativo e politico”, conclude Bedin. Giada Zandonà
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