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Monselice, “Lingua e dialetto sullo stesso piano, chi le parla entrambe è bilingue”

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intervista-emil3Classe 1982, vissuto da sempre sotto l’ombra della Rocca, laureato in psicologia e ora anche studioso di idiomi. Emil Andreose è una persona apprezzata da tutti per il suo fervore e per la sua determinazione nel raggiungere un risultato. Grazie a queste doti è riuscito nell’intento di pubblicare 'Mi son bilingue', un viaggio nello straordinario cervello bilingue e nell’Europa dei popoli senza nazione. Ma di cosa tratta questo libro? Ce lo racconta l’autore. Com’è nata l’idea di scrivere un libro? "Direi dalla necessità di far conoscere la mia tesi di laurea alla gente. Ho dimostrato che a livello cerebrale non esiste nessuna differenza tra lingua e dialetto, in quanto sono trattate come due sistemi linguistici propri. Infatti a mio avviso, per combattere gli stereotipi l’unica arma è la scienza e la cultura". Nel libro parli di popoli senza nazione: a cosa ti riferisci? "Principalmente alle popolazioni di quei territori inseriti all’interno di stati sovranazionali, che condividono simile lingua, usi e costumi ma che non sono indipendenti a livello politico, come ad esempio la Catalogna, l’Occitania, la Scozia, la Bretagna, la Sardegna, la Sicilia, o appunto il Veneto". Ci spieghi in poche parole cos’è il bilinguismo? "Può essere definito come la capacità di parlare due lingue altrettanto bene di un monolingue. Ricordiamo che al mondo almeno metà della popolazione è bilingue o plurilingue, quindi per circa 3 miliardi e mezzo di persone il bilinguismo è la normalità!". Non credi che i dialetti siano responsabili del campanilismo? "L’idea di fondo del mio lavoro è provare a livello scientifico che non esistono lingue utili o meno utili, e che la lingua è solo, come asserisce il più grande linguista del mondo Noam Chomsky: un dialetto con un esercito ed una flotta. Provare scientificamente che a livello cerebrale il dialetto è trattato come una vera e propria lingua, porta con sé tutti i benefici di cui godono le menti bilingui: agevolazione dei bambini nell’apprendimento di altre lingue, maggiore flessibilità del pensiero, ritardo del declino delle funzioni cognitive dovuto all’invecchiamento. E questi vantaggi li hanno tutti gli italiani che parlano in dialetto e italiano, e tutto questo gratis!". Ci sono numerose ricerche sociali che provano, come uno straniero che parla la lingua locale del luogo dove si trasferisce, sia ben inserito nel tessuto locale. Questo abbatte anche il razzismo. Stai pensando di saffrontare altri progetti letterari? "Sinceramente non mi aspettavo di avere tutto questo riscontro. E’ il mio primo libro, non sapevo se il mio stile sarebbe piaciuto. Dal riscontro delle numerose case editrici e di chi lo ha letto invece sono molto felice del sogno che ho portato avanti in questi anni. La mia opera era finita quando l’analisi della varianza dell’esperimento ha dato esito positivo, e quando ho consegnato la prima copia a mia nonna di 93 anni. In realtà forse ciò che chiamavo arrivo è una partenza per molti, perché ogni settimana incontro gente incuriosita dai miei studi. Quindi credo proprio ci sarà un proseguo di questo mio sogno". Emanuele Masiero
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