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Il progetto
10.04.2025 - 05:42
Due oasi naturalistiche in arrivo sul Monte Ricco per scongiurare il rischio che potessero ospitare una discarica come è accaduto per cava Solana. Attraverso l’intervento di Angelo Mandato, socio privato di Sesa e proprietario dell’Eremo di Santa Domenica, l’ex cava Mardegan Rizzi e la cava Sociale Rizzi entreranno a far parte di un più ampio progetto di educazione ambientale che da due anni interessa il colle. L’ex cava Mardegan Rizzi, situata in via Monte Vignalesco, sopra la frazione del Carmine, ha cessato l’attività estrattiva alla fine degli anni ’70. Da allora, il sito è passato di mano a diversi proprietari, finendo di recente sotto i riflettori per una possibile riconversione a discarica di terre di scavo, come già avvenuto per cava Solana. Un’ipotesi che aveva destato forte preoccupazione tra i cittadini e lo stesso Mandato, che ha scelto di intervenire per salvaguardare l’area e destinarla a finalità educative. Si tratta di uno spazio di 17 ettari in cui la natura ha progressivamente ricoperto le tracce dell’attività industriale. Dopo interventi di manutenzione e messa in sicurezza, l’area potrà accogliere laboratori, campi scout e attività con animali, favorendo esperienze a stretto contatto con l’ambiente.
«Sono 20 anni che mi prendo cura della cava» racconta il custode Alessandro Quaglio «Dalla sua chiusura, la vegetazione ha ripreso il suo spazio, trasformandola in un giardino botanico da proteggere. Io e gli altri residenti temevamo per il suo futuro e per questo ho apprezzato la scelta del nuovo proprietario di preservare questo angolo di natura e dedicarlo alla didattica» conclude Quaglio.
Cava Sociale Rizzi si estende invece per 23 ettari lungo il fianco della strada asfaltata che porta sulla sommità del colle. Oltre a conservare curiosi manufatti legati all’escavazione, ospita una importante risorgiva da cui sgorga l’acqua proveniente dai monti Lessini. Gli interventi di riqualificazione saranno impegnativi, ma nel giro di un anno l’area verrà trasformata per ospitare un parcheggio, spazi dedicati alla didattica e, in prospettiva, un museo a cielo aperto di archeologia industriale.
«Vogliamo che il Monte Ricco continui a essere un punto di riferimento per l’educazione ambientale» spiega Mandato «La nostra proposta di acquisto è stata scelta proprio per il suo valore sociale. L’obiettivo è rendere il colle il fulcro di attività naturalistiche e iniziative dedicate alla collettività» conclude.
Questi nuovi spazi arricchiranno ulteriormente le attività che si svolgono da molti anni nell’Eremo: «Accogliamo università, scout, scuole, parrocchie e visitatori» spiega Carlo Bovo, coordinatore delle iniziative «Negli ultimi due anni abbiamo ospitato studenti, ricercatori e privati impegnati in studi ambientali e progetti di ricerca. L’inserimento delle cave nel nostro percorso di valorizzazione offrirà nuove opportunità di accoglienza, lavoro e approfondimento» aggiunge Bovo.
Giada Zandonà
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