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13.04.2025 - 07:15
I cittadini dicono “no” a un sistema di antenne nella Torre Civica, ma la giunta di Giorgia Bedin ha dato il via libera all’intervento che oscurerà parzialmente la vista panoramica su piazza Mazzini. Sabato 22 marzo oltre 170 persone si sono date appuntamento nel cuore di Monselice per mettere in scena, con striscioni e cartelli, un colorato flashmob promosso dal consigliere di minoranza Francesco Miazzi, caposaldo nella Bassa delle manifestazioni e portavoce del Comitato Lasciateci Respirare, a cui hanno partecipato tutte le forze politiche di opposizione, con la presenza di Giannino Scanferla, Niccolò Ruffin per il PD, Luca Callegaro per Forza Italia e i rappresentanti di Fratelli d’Italia. Un grande striscione con la scritta “No antenna, sì principio di precauzione” e numerosi cartelli con la stessa dicitura sono stati tenuti nelle mani dei presenti per realizzare una fotografia da inviare alla Soprintendenza, l’organo che dovrà decidere se la Torre medievale sia il luogo adatto a questo tipo di intervento. In parallelo è partita una raccolta firme da parte di Scanferla, da inviare all’ente. La proposta avanzata dall’operatore Wind Tre di installare e gestire per nove anni una stazione radio base, comprensiva di struttura per le antenne e apparecchiature per la diffusione del segnale radio-telefonico, su 10 metri quadrati situati nel simbolo storico della città, era stata trattata a tarda notte durante il consiglio comunale di metà marzo. L’assessore Stefano Peraro ha spiegato che per la posa del sistema la ditta corrisponderà al Comune un canone annuo di 800 euro, a cui si aggiunge un ulteriore canone di 7.200 euro all’anno per nove anni, previsto dal contratto di servizio per l’accesso al bene. Peraro ha provato anche a dissipare i timori legati ai presunti rischi per la salute: «Sui social si leggono commenti su campi elettromagnetici e altro, ma qui non si parla di un’antenna con il classico palo: si tratta di celle, identiche a quelle presenti in tutti i campanili delle città storiche. Sono amplificatori, simili a quelli degli altoparlanti, e vengono occultati da pannelli, quindi non visibili». L’assessore evidenzia infine i vantaggi per il centro storico: «Questa soluzione migliorerà la copertura del segnale, facilitando l’utilizzo dei pagamenti con Pos nei negozi, visto che molti commercianti lamentano difficoltà di connessione. L’alternativa sarebbe stata l’installazione di un’antenna di 30 metri su una proprietà privata». I negozianti di piazza Mazzini e delle altre vie del centro, interpellati sulla questione, hanno però spiegato di non avere particolari problematiche per l’utilizzo del Pos. Ora la questione passa alla Soprintendenza, che avrà 60 giorni di tempo, così come il Parco Colli e Arpav, per autorizzare o meno la posa della stazione radio base sulla Torre Civica.
Giada Zandonà
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