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Monselice. 28,5 ettari di suolo agricolo destinato all'energia rinnovabile

Il Veneto è la seconda regione per suolo agricolo convertito a fotovoltaico: nella Bassa padovana oltre 200 gli ettari interessati

Monselice. 28,5 ettari di suolo agricolo destinato all'energia rinnovabile

La città della Rocca avrà ben 28,5 ettari di terreno agricolo destinato al fotovoltaico, cioè una superficie pari a 40 campi da calcio. È in arrivo infatti un altro impianto agrivoltaico di 2,5 ettari, pari a 4 campi da calcio, che verrà posizionato su un terreno agricolo definito di pregio dalla mappatura della Provincia di Padova. Il lotto su cui dovrebbe sorgere la progettualità si trova infatti in via Erbacè, nel cuore della campagna coltivata tra Monselice, Solesino e Pozzonovo, e prevede la posa di 9.054 pannelli. La proposta progettuale è in corso di valutazione negli uffici del Comune e, se il progetto verrà approvato, porterà la città della Rocca ad avere quasi 30 ettari di terreno agricolo destinato al fotovoltaico. In via Rovigana infatti insiste già un impianto di 16 ettari e altri 10 ettari di agrivoltaico sono stati richiesti in via Ronchi: «Ci troviamo ormai di fronte a uno stillicidio di richieste, la legge regionale non aiuta, e i Comuni sono incapaci di attuare un ragionamento complessivo» chiosa il consigliere comunale Francesco Miazzi «Non a caso il Veneto è la seconda regione in Italia per ettari sottratti alla campagna». In provincia, i maggiori impianti sono concentrati nella Bassa padovana: «Oggi ci ritroviamo con una ventina di grandi progetti per un totale che supera abbondantemente i 200 ettari». Miazzi sottolinea di essere favorevole all'energia rinnovabile fotovoltaica ma in un'altra logica: «Le installazioni di fotovoltaico avrebbero prima dovuto coprire tutti i tetti di case e capannoni, poi sfruttare aree compromesse, per evitare distese di pannelli sui suoli agricoli. Le Comunità energetiche rinnovabili, che potevano rispondere al fabbisogno di energia qui non sono state attivate. A Monselice infatti, abbiamo preferito seminare i nostri campi fertili di pannelli fotovoltaici invece che agire in altre direzioni» conclude il consigliere.

Giada Zandonà

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