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Monselice. Cava Solana, richieste di chiarimento su lavori in corso

Traffico di trachite e lavori non autorizzati preoccupano i cittadini

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Mezzi pesanti carichi di trachite, sbancamenti, apporto di materiali terrosi misti a plastica e asfalto, manufatti in calcestruzzo armato.

Cosa sta succedendo a cava Solana, l’area ai piedi del Monte Ricco, a ridosso del passaggio a livello di via Sottomonte? A porsi la questione sono stati diversi cittadini, allarmati dal continuo passaggio di camion negli ultimi mesi. Alcuni di loro hanno documentato il via vai con foto e video, inviati ai componenti della Comunità dell’Ente Parco Colli Euganei e al consigliere comunale Francesco Miazzi. Da qui è partito un accesso agli atti al Parco e al Comune, che ha messo in luce numerose irregolarità, già segnalate alle autorità competenti. L’area di cava, abbandonata da decenni e vincolata dal Piano Cave del Parco Colli, è stata acquistata lo scorso anno da un imprenditore della zona, già proprietario anche di cava Pozzetto, finita in passato sotto i riflettori degli ambientalisti e del Corpo Forestale per alcune irregolarità nella gestione. Anche per cava Solana, secondo Miazzi e Christianne Bergamin, la situazione ha aspetti poco chiari: «Non ci risulta che all'interno della cava sia stato autorizzato alcunché. La richiesta di permesso per costruire un impianto di lavaggio a ruote per mezzi d’opera è stata archiviata, in quanto il direttore del Parco non l’ha autorizzata ritenendola non compatibile con il Piano Ambientale. Eppure, dal materiale fotografico si vede chiaramente il cantiere in corso» spiegano «lo stesso diniego è stato espresso per l’allargamento della strada di servizio interna alla proprietà, eppure è stata allargata. Il Parco ha bloccato anche le modifiche morfologiche e colturali dell’area, ma i lavori sono comunque in corso». Secondo quanto previsto dal Piano Cave, inoltre, nell’area vige il divieto di apporto e asporto di materiale: «Da Google Maps si vede invece chiaramente che in cava erano presenti tantissimi blocchi di trachite, che ora sono spariti. Al loro posto ci sono enormi sversamenti di terreno, contenente plastica, sedimenti stradali e anche strani materiali liquidi». Un metodo, denunciano Miazzi e Bergamin, già visto in cava Pozzetto, dove il Piano Cave prevedeva una riqualificazione ambientale e il potenziamento dei processi biogenetici: «Invece, sempre da immagini satellitari, si nota come l’area, dopo essere stata riempita di terreno di dubbia provenienza, sia stata trasformata in un uliveto». La componente della Comunità del Parco e il consigliere comunale hanno segnalato la questione ai Forestali e al Comune di Monselice e ora sono in attesa di capire i risvolti. Lo stesso presidente del Parco Colli, Alessandro Frizzarin, conferma che sono in corso delle verifiche: «Quanto svolto dal privato diverge dalle prescrizioni dell’ente, stiamo approfondendo la questione nelle sedi opportune».

Giada Zandonà 

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