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Attualità
28.08.2025 - 05:49
Una nuova vita per La locanda Longobarda, conosciuta da tutti come casa Bernardini, la storica struttura che da decenni accoglie i visitatori all’ingresso del sentiero che conduce al Mastio Federiciano, cuore del Colle della Rocca. Dopo quasi un anno di lavori, un cantiere da 300 mila euro finanziato dalla Regione Veneto, proprietaria del bene, ha permesso di completare ad agosto le operazioni edili e di impiantistica. L’intervento ha richiesto mesi di attenzione per restituire un edificio che, oltre a rappresentare un punto di accoglienza, custodisce una parte importante della memoria cittadina. La locanda è stata così svelata al pubblico, alla presenza anche degli eredi della famiglia Bernardini che l’hanno abitata dagli anni ’40.
«Un luogo bellissimo, dove ho trascorso la mia infanzia» racconta Franca Bernardini, 83 anni «giocavo nei prati e salivo fino al Mastio portando con me gli amici. Spesso portavo in braccio anche il cagnolino o i miei fratelli. Andavo a scuola a piedi, ogni giorno percorrendo lo scalone e per la spesa usavamo il carretto trainato dall’asino. Ricordo ancora la cisterna e il motore che pompava l’acqua fino alla casa. Rivedere oggi la nostra casa rinascere così mi commuove, è come un pezzo di vita che torna a splendere».
Si tratta di un elegante edificio a due piani, situato poco dopo la fine della scalinata che costeggia l’esedra di San Francesco. L’accurato restauro ha restituito spazi accoglienti, adattabili a diverse esigenze. Un giardino alberato con imponenti piante di noce incornicia l’ingresso: due ampie sale al piano terra potranno ospitare attività di bar, ristorazione o convegni, supportate da una cucina nelle sale retrostanti. Al piano superiore, camere con bagno, grandi saloni e un terrazzo saranno a disposizione di turisti, visitatori o studiosi impegnati negli scavi archeologici sulla sommità del Colle. I lavori hanno valorizzato elementi in vetro abbinati a legno e tinte calde, con un’illuminazione efficiente.
La destinazione d’uso definitiva non è ancora stata stabilita: entro due mesi sarà pubblicato un bando per l’affidamento, con l’ipotesi di utilizzo per attività di accoglienza e promozione culturale. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti anche alcune realtà interessate alla gestione, segnale che entro fine anno la locanda potrebbe tornare finalmente viva. Nei primi anni Duemila un intervento regionale aveva consentito un parziale recupero dell’edificio, ma la mancanza di una destinazione precisa ne aveva determinato la chiusura al pubblico per oltre 25 anni.
Casa Bernardini, così conosciuta in città, affonda le sue radici nella storia recente di Monselice. Fu costruita nel 1942 per ospitare la famiglia che ne ha dato il nome, incaricata dal conte Balbino Balbi Valier di curare il Colle della Rocca e mantenerlo in ordine. Lo scavo delle fondamenta iniziò il 10 giugno 1940, giorno dell’entrata in guerra dell’Italia. La casa sorgeva in posizione strategica, tra le Sette Chiesette e i muretti a secco che ancora oggi caratterizzano il paesaggio. Durante la guerra ospitò un rifugio ricavato nella roccia sottostante, mentre la famiglia si dedicava alla coltivazione dei terreni e alla cura del bosco. La costruzione, che comprendeva portico, alloggi, stalla e rustici, rappresentò per anni il cuore pulsante della vita della Rocca e oggi, grazie al restauro, torna a essere un simbolo identitario per tutta la comunità.
Giada Zandonà
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