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Monselice, lo sportello che restituisce il diritto alle cure: 79% di successi contro le attese infinite

Co.ve.sa.p. di Monselice — diritto alle cure: 63 istanze in un anno e il 79% delle prestazioni garantite nei tempi previsti, per aiutare i cittadini a far valere i propri diritti

sportello covesap

Un anno di attività: 63 istanze portate avanti con il 79% di successo. Questo è il bilancio dello sportello “co.ve.sa.p. - diritto alle cure” di Monselice, promosso dal “Comitato difesa sanità pubblica Bassa Padovana”. Si tratta di uno sportello che tutti i lunedì mattina in via Teatro, si offre di aiutare i cittadini ad avere accesso alle prestazioni sanitarie nei tempi e nelle modalità stabiliti dalla ricetta del medico curante e previsti dalla legge sanitaria nazionale.

«Il medico di base prescrive un esame o una prestazione da eseguire entro 24 ore o 5, 30, 60 o 90 giorni. Quando però si cerca di prenotare la visita al Cup di Monselice, accade con sempre maggior frequenza, ormai da anni, che la prestazione non venga erogata nei tempi previsti» spiega il volontario Giorgio Zanellato «il cittadino deve essere consapevole che esiste una legge sui Livelli essenziali di assistenza, cioè i tempi prescritti dal medico. Se questi non vengono rispettati è suo diritto presentare un’istanza al direttore sanitario, in modo che la prestazione venga garantita nei tempi stabiliti dal medico curante». Molte persone però non sanno come poter affrontare la situazione e qui entra in scena lo sportello, che aiuta gli utenti: «Attraverso il nostro servizio, il 79% di queste visite sono state svolte entro i tempi richiesti, a differenza dei lunghissimi tempi di attesa dal Cup». Quello di Monselice è stato il primo sportello della provincia ma l'esperienza ha fatto da stimolo e da guida per l'apertura di sportelli analoghi nei Comuni limitrofi.

«Tra le attività, sono previsti incontri con legali per evidenziare eventuali negligenze dell’Usl e richiedere la loro risoluzione» conclude Zanellato «stanno aumentando le persone che non riescono più ad accedere o rinunciano alle cure. A causa della carenza di investimenti, medici e personale, la sanità sta scivolando verso le strutture private, sempre più numerose ed efficienti».

Giada Zandonà

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