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Emergenza pneumatici fuori uso a Padova: officine al limite e boom di acquisti online

Confartigianato lancia un nuovo appello al Ministro Pichetto Fratin per interventi urgenti e riforme strutturali nella raccolta dei PFU

Emergenza pneumatici fuori uso a Padova: officine al limite e boom di acquisti online

Foto di repertorio

La gestione degli pneumatici fuori uso (PFU) continua a rappresentare un nodo critico per le officine e i gommisti della provincia di Padova. La combinazione di una raccolta irregolare e l’esplosione degli acquisti online sta trasformando un problema operativo in una vera emergenza ambientale, economica e normativa.

Secondo i dati di Confartigianato Autoriparazione, oggi fino a un pneumatico su cinque viene acquistato sul web, spesso tramite piattaforme non convenzionali. Ciò complica la tracciabilità dei rifiuti e il controllo del pagamento del contributo ambientale, scaricando sulle officine regolari il peso dello smaltimento.

In provincia di Padova operano 824 imprese artigiane di meccatronica con 2.182 addetti. Il presidente padovano di Confartigianato Autoriparazione, Massimo Ruffa, ha scritto al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, chiedendo interventi immediati per garantire continuità e trasparenza nella filiera dei PFU.

“La situazione è diventata insostenibile – afferma Ruffa –. Le officine pagano regolarmente il contributo ambientale, ma il servizio di raccolta non è garantito. Gli spazi occupati dagli pneumatici accumulati rappresentano un rischio ambientale e un danno operativo per chi rispetta le regole”.

Confartigianato chiede l’attivazione di un “extra target” di raccolta per smaltire gli accumuli straordinari e propone un rafforzamento del Registro Nazionale dei Produttori e Importatori di Pneumatici, con una sezione dedicata agli autoriparatori. L’obiettivo è garantire una gestione centralizzata, equa ed efficiente per tutti gli attori della filiera.

Tra le richieste avanzate c’è anche l’introduzione di un meccanismo che premi la legalità, vincolando la raccolta alle imprese abilitate secondo la legge 122/1992 e con prove d’acquisto regolari, per contrastare abusivismo e concorrenza sleale. Fondamentale, secondo Confartigianato, è anche intensificare i controlli sulle vendite online e rivedere i criteri di assegnazione dei quantitativi di PFU, spesso poco aderenti alle reali esigenze territoriali.

Non chiediamo privilegi – conclude Ruffa – ma un sistema che funzioni: chi paga deve ricevere il servizio, chi lavora correttamente non può essere penalizzato. È una questione di rispetto per le imprese, per l’ambiente e per la sicurezza stradale”.

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