Bassano, per la prima volta mappate sulla cartina le aree colpite dai bombardamenti aerei a rischio esplosione
Un “Sistema informativo geografico” per mappare gli ordigni bellici inesplosi nel territorio gestito da Etra spa. È l’obiettivo di un innovativo progetto che sta predisponendo il dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’Università di Padova. In sostanza, si vogliono individuare le aree colpite dai bombardamenti aerei durante la seconda guerra mondiale nelle quali potrebbero esserci ancora degli ordigni bellici inesplosi. Una possibilità, quest’ultima, non così remota. Nel Bassanese, area di violenti attacchi, durante gli interventi che richiedono scavi non è raro imbattersi nel ritrovamento di una bomba inesplosa. È accaduto anche di recente in Valbrenta dove, durante alcune operazioni sui sottoservizi, è emerso un ordigno inesploso di circa 500 chilogrammi. Per rimuoverlo con l’intervento degli artificieri, sono stati evacuati gli abitanti di Cismon del Grappa e di Collicello, con il blocco totale al traffico della statale 47 della Valsugana. Il progetto di ricerca si chiama “VRB” (acronimo di Valutazione di Rischio Bellico) ed è coordinato dal docente universitario Aldino Bondesan. È la sintesi di un accordo quadro sottoscritto tra Etra spa, l’ateneo e il Consiglio di Bacino Brenta; interessa quasi cento comuni compresi tra il Padovano e l’Altopiano di Asiago. Primo in Italia e unico nel suo genere, viene realizzato grazie al contributo di Etra di 240mila euro, mentre l’ateneo ha messo a disposizione il proprio personale di ricerca. “Nella gestione dei servizi al territorio - fa notare il presidente di Etra Flavio Frasson - sono moltissime le occasioni nelle quali ci troviamo a dover effettuare scavi. Penso alla posa delle condotte, alle verifiche, agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Ogni volta siamo tenuti ad effettuare indagini sulla presenza di ordigni, e non sono poche le occasioni in cui ci imbattiamo in bombe inesplose. Ecco perché ci siamo rivolti all’Università di Padova, che con il suo progetto ci permetterà di avere un quadro preventivo e organico per intervenire in sicurezza e diminuire i rischi e i disagi per i cittadini e i nostri operatori”.
“La realizzazione del Sistema informativo geografico - spiega Bondesan - sarà attuata attraverso un’approfondita ricerca storico-documentale e l’elaborazione di cartografia tematica specifica. Di particolare interesse si è rivelata l’analisi di centinaia di carte storico-militari che hanno permesso la ricostruzione dettagliata del fronte del Piave e dei campi di battaglia del Monte Grappa e dell’Altopiano di Asiago”. Il contributo degli archivi storici militari delle Forze Armate, delle Soprintendenze e dei musei si è rivelato determinante per descrivere e cartografare, specialmente attraverso rapporti e diari delle unità combattenti, gli episodi di bombardamento aereo e di artiglieria. "La creazione dell’archivio Arca del dipartimento universitario ha inoltre consentito di catalogare centinaia di foto aeree e di carte topografiche dell’epoca, fornendo un quadro preciso delle devastazioni prodotte dalle guerre del Novecento in molte parti del territorio veneto - precisa Bondesan. - Il progetto prevede anche la realizzazione di siti test nei quali saranno interrati dei bersagli artificiali, dei simulacri di bombe con l’impiego di strumentazione geofisica d’avanguardia per valutare le migliori metodologie da utilizzare nella ricerca sul campo. Non solo metal-detector quindi, ma georadar, magnetometri ed elettromagnetometri, sistemi più complessi e sofisticati che misurano rispettivamente le anomalie del campo magnetico terrestre e la propagazione delle onde elettromagnetiche nel sottosuolo e sono pertanto in grado di rilevare masse ferrose che alterano queste grandezze”.
“Infine - conclude Bondesan - attraverso gli specifici rilievi aerei che prevedono la realizzazione di foto ad alta risoluzione e l’ippiego di sistemi di rilevamento avanzati, come le camere iperspettrali e i sistemi laser a scansione, sarà possibile integrare le informazioni della banca dati storico-militare, con gli aspetti geologici dei terreni interessati dagli studi e con la morfologia del terreno”. Collabora al progetto anche il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, col coordinamento di Matteo Massironi, che attraverso l’uso delle immagini iperspettrali darà avvio ad una ricerca sperimentale volta a definire diverse caratteristiche dei suoli, come, la presenza di metalli, il contenuto di carbonio organico, le diverse concentrazione di nitrati, l’individuazione delle zone di discarica (anche abusive), lo stato di salute della vegetazione, la presenza di contaminanti organici nel suolo e le possibili fonti di inquinamento lungo ampi corsi d’acqua.
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