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Nel 2022 cresciuta l’occupazione nelle aziende artigiane del bassanese

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Sandro Venzo, presidente del Raggruppamento di Confartigianato Vicenza: “Tuttavia è necessario essere cauti: la situazione che si profila per il secondo semestre del 2023 appare meno rosea”

Nonostante le difficoltà create dai rincari dei costi delle materie prime e delle forniture energetiche, il settore artigianale ha registrato un incremento dell’occupazione nel corso del 2022. “Tuttavia – avverte Sandro Venzo, presidente del Raggruppamento di Confartigianato Vicenza - la situazione che si profila per il secondo semestre del 2023 appare meno rosea”.  Scorrendo i dati relativi allo scorso anno, i dipendenti nelle imprese artigiane del territorio sono stati caratterizzati da una crescita del 4,3 per cento, variazione più che doppia rispetto al 1,9 per cento segnato a livello provinciale. Lo conferma la recente indagine congiunturale semestrale sull’andamento dell’artigianato vicentino realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza che, per l’area del bassanese, marosticense e dell’Altopiano di Asiago ha coinvolto 351 micro e piccole imprese (su 1.772 totali) con 1.932 dipendenti (su 10.627 complessivi). Nel territorio, quindi, l’occupazione dipendente artigiana sembra avere retto meglio il colpo della pandemia e del lockdown: se a giugno 2020 segnava un calo dell’1,4 per cento rispetto ad un anno prima, in linea con il dato provinciale, alla fine dello stesso anno si registrava una stabilità dell’occupazione rispetto al 2019, mentre a livello provinciale, sempre sul 2019, la flessione era dello 0,7 per cento.

Forte crescita del manifatturiero

Al dettaglio di macrosettore, riferito sempre allo scorso anno, il maggior dinamismo del Nord est vicentino è determinato da una forte crescita dell’occupazione nel manifatturiero che segna un aumento del 5,4 per cento rispetto a fine 2021, variazione doppia rispetto al più 2,6 per cento della media provinciale. Performance migliori del dato provinciale si rilevano anche per l’occupazione artigiana nel settore delle costruzioni che segna un più 4,5 per cento a fronte di un incremento del 2,9 per cento provinciale, e in quello dei servizi che mostrano un aumento dello 0,5 per cento, mentre a livello provinciale si rileva una contrazione dello 0,8 per cento rispetto al 2021. Ad aver tenuto bene nel 2022 sono state in particolare le realtà legate al comparto dell’edilizia, che probabilmente, come tutto il comparto casa, pare avere tratto beneficio dai bonus legati alle abitazioni. C’è poi il settore della manifattura che partecipa in grande parte alle filiere nazionali e internazionali e conferma la sua capacità competitiva. Di sicuro i numeri relativi allo scorso anno dimostrano che l’artigianato ha saputo investire e guardare avanti senza scoraggiarsi dopo il periodo nero della pandemia.

Previsioni per il futuro

“E’ vero che il 2022 è stato un buon anno , con qualche settore che ha davvero corso e con dati incoraggianti, e lo stesso si può affermare per il primo trimestre del 2023 con il comparto delle costruzioni che ha confermato le buone perfomance – osserva Sandro Venzo -Tuttavia se guardiamo alle proiezioni future, questo dinamismo appare più incerto.  Forse è prematuro fare previsioni, ma è innegabile qualche realtà imprenditoriale stia rallentando negli investimenti, anche per effetto delle politiche europee: la manovra adottata nel tentativo di fermare l’inflazione aumentando i tassi di interesse rischia di frenare i consumi e di conseguenza le aziende prima di investire ci pensano”.  “Per ora il nostro comparto risente ancora del miglioramento che ha caratterizzato il 2022, ma si sta diffondendo qualche preoccupazione per il futuro – conclude il presidente del Raggruppamento di Bassano – e si procede con cautela e prudenza”. R.F.
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