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Campodarsego. Unox City, la nuova frontiera dell’industria veneta

Nel nuovo polo industriale da 100 milioni di euro radici venete e prospettive globali

Unox City, la nuova frontiera dell’industria veneta

Campodarsego diventa il baricentro di una sfida che unisce industria, sostenibilità e occupazione. È qui, nella zona industriale condivisa con Cadoneghe, che Unox, azienda padovana leader mondiale nella produzione di forni professionali per la ristorazione, la panificazione e la pasticceria, ha inaugurato il nuovo polo Unox City: un investimento superiore ai 100 milioni di euro che occupa 130.000 metri quadri e che segna un passaggio decisivo nella storia dell’impresa fondata 35 anni fa da Enrico Franzolin.

Il complesso, che si affaccia sul territorio campodarseghese, è una vera cittadella industriale. Qui trovano posto due stabilimenti produttivi “gemelli” già automatizzati, un ampio magazzino e un Innovation Hub di 20.000 metri quadri, con laboratori elettronici e meccanici, spazi di test e una camera semi-anecoica per la sicurezza elettromagnetica. Completano il quadro un Logistic Hub e un Experience Hub, pensati per integrare ricerca, sviluppo e servizi.

Per Campodarsego l’impatto è tangibile. Agli 800 dipendenti già presenti in Italia potrebbero aggiungersene fino a 1.000 nei prossimi anni, portando la forza lavoro complessiva a quota 1.800. Numeri che si traducono in opportunità occupazionali concrete per il territorio, insieme a una ricaduta sulla viabilità e sulle infrastrutture: il progetto ha previsto parcheggi pubblici da 450 posti, nuovi collegamenti ciclabili e una rotatoria sulla SR 307, ridisegnando l’accessibilità della zona industriale.

Unox City è anche un polo di sostenibilità: 6 MW di fotovoltaico, oltre 23.000 alberi piantati e sistemi di recupero delle acque meteoriche promettono di coprire fino al 99% del fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. Campodarsego diventa così laboratorio di un modello industriale che coniuga innovazione e rispetto ambientale.

Dal palco dell’inaugurazione, il fondatore Franzolin ha ricordato: “Fin dagli anni ’90, quando molte aziende sceglievano di delocalizzare, noi abbiamo fatto una scelta diversa: restare e investire nel nostro territorio, costruendo un sistema produttivo locale e integrato.” Una linea ribadita dall’amministratore delegato Nicola Michelon, che ha sottolineato come Unox City rappresenti “il punto di partenza per una nuova fase di internazionalizzazione”, con la produzione appena avviata nel nuovo stabilimento in North Carolina, il primo fuori dall’Italia.

L’espansione americana nasce per superare dazi pesanti (15% sui componenti, 50% sull’acciaio), accedere ai bandi “Made in USA” e ridurre i tempi di consegna. Ma al centro della strategia resta Campodarsego: è qui che si progettano le tecnologie, si integrano le filiere produttive e si gettano le basi per la crescita futura.

Il mondo imprenditoriale ha colto il valore di questa scelta. Leopoldo Destro, delegato di Confindustria Veneto Est, ha osservato: “Idee e prodotti innovativi non bastano: servono logistica e infrastrutture di livello internazionale. Lo stabilimento padovano è la prova di come il territorio possa collegarsi alle filiere globali.”

Con Unox City, Campodarsego diventa simbolo di un Veneto che non rinuncia alle proprie radici ma che punta a giocare la partita mondiale con le carte dell’innovazione, della sostenibilità e di una solida comunità industriale.

Elena Scapin

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