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Cronaca
08.10.2025 - 13:56
Appena arriva, il giovane viene circondato, picchiato e derubato del denaro. Viene soccorso, medicato e giudicato guaribile in dieci giorni, poi denuncia tutto ai carabinieri. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Benedetto Roberti, portano all’identificazione dei responsabili: un diciottenne padovano e quattro complici minorenni. Le telecamere di videosorveglianza immortalano la targa dell’auto usata dal gruppo, conducendo gli investigatori a Elia Mangiaracina, considerato l’organizzatore dell’agguato. Secondo la Procura, il giovane si finge il venditore online per tendere la trappola insieme ai suoi amici. Tutti vengono indagati per rapina aggravata, e nel corso delle perquisizioni vengono sequestrati gli abiti usati durante l’aggressione.
L’episodio scuote l’intera comunità e riaccende il dibattito sulla violenza giovanile e sulle nuove forme di disagio. Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani (CNDDU) richiama l’attenzione su questi fenomeni, invitando le scuole italiane a “rafforzare l’educazione alla legalità e alla convivenza civile”. Secondo il Coordinamento, la scuola non è solo un luogo di istruzione ma uno spazio di formazione morale e sociale, dove i ragazzi imparano a gestire i conflitti, a riconoscere i propri limiti e ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Laboratori, percorsi multidisciplinari e momenti di confronto guidato aiutano gli studenti a comprendere le conseguenze dei comportamenti violenti e a costruire relazioni più consapevoli.
Nel territorio padovano, l’impegno educativo trova conferma anche in progetti strutturati. L’Istituto Comprensivo Loreggia–Villa del Conte partecipa al programma regionale “A lezione di legalità”, promosso dalla Regione Veneto per diffondere tra gli studenti la cultura del rispetto, della giustizia e della cittadinanza attiva. Il progetto prevede incontri con le forze dell’ordine, laboratori di educazione civica, testimonianze dirette e attività pratiche di cittadinanza, con l’obiettivo di prevenire bullismo, devianza e comportamenti a rischio. Gli insegnanti sottolineano come queste esperienze rendano la scuola un vero presidio di prevenzione, dove la conoscenza delle regole si traduce in comportamenti concreti e la libertà diventa sinonimo di responsabilità.
Nel Veneto, i dati mostrano che il problema è in crescita. Nel 2024 si registrano 585 reati a danno di minori, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Un’indagine condotta su 20.000 studenti tra i 15 e i 19 anni indica che quattro su dieci hanno partecipato almeno una volta a una rissa o violenza di gruppo, e un 2,5% ha fatto uso di armi. Sono numeri che fotografano un malessere educativo diffuso, aggravato dall’isolamento digitale e dalla perdita di riferimenti adulti.
Sul tema interviene anche il presidente della Regione Luca Zaia, che invita a distinguere tra disagio giovanile e delinquenza: “Non possiamo omologare tutto. Il disagio giovanile è una cosa, questi [gli atti violenti] sono delinquenti: una minoranza che mette a ferro e fuoco le città.” Zaia sottolinea che serve ascolto ed educazione per chi vive fragilità, ma anche fermezza e sanzioni per chi sceglie consapevolmente la violenza.
La scuola, le famiglie e le istituzioni locali cercano ora di trasformare la paura in prevenzione e partecipazione. Perché la sicurezza, prima che da nuove regole, nasce da una comunità che educa insieme, capace di restituire ai giovani fiducia, limiti e orizzonti di speranza.
Elena Scapin
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