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Cavarzere, fusione: “Perché spendere soldi pubblici per un progetto bocciato dalla controparte?”

Cavarzere, la polemica. Paola Garbin (Cavarzere in Azione) sulla Fusione

Paola Garbin, Cavarzere in azione
Perché spendere soldi pubblici per uno studio di fattibilità di un progetto che è stato chiaramente bocciato dalla controparte? È questa in sintesi la domanda posta da Cavarzere in Azione, per bocca della coordinatrice Paola Garbin, che chiede spiegazioni sulle recenti azioni dell’amministrazione Munari. Cavarzere in Azione premette la non contrarietà in linea di principio alla fusione: “Pensiamo che una politica attenta all’evolversi dei tempi debba superare le vecchie logiche “di campanile” e debba mettersi in gioco con nuove iniziative come potrebbe essere la fusione tra i due Comuni di Cavarzere e Cona – evidenzia Garbin -, a patto che non sia il risultato di una somma algebrica dei residenti, ma avvenga nella convinzione reciproca che vantaggi e costi siano solo un corollario di una migliore vivibilità e coabitazione nel rispetto delle due comunità che partono da origini e storie diverse”. Da qui, la richiesta di chiarimenti sull’avvio dello studio di fattibilità per la fusione dei Comuni di Cavarzere e Cona, con una spesa di € 15mila euro oltre Iva. “Il Comune di Cona ha espresso la totale contrarietà rispetto a questa iniziativa che avrebbe più il sapore di “un’annessione” che di una fusione” riferisce Garbin, citando una recente intervista pubblicata dal nostro giornale. “Non si capisce, quindi, la scelta del sindaco Munari (stessa appartenenza politica del sindaco di Cona) di esperire indagini qualificate intese a conoscere quali vantaggi reciproci produrrebbe una fusione tra i due Comuni dal momento che la legge Regionale 25/92, che regola le fusioni di Comuni, prevede che se una frazione più piccola vota compattamente per il no la fusione non si fa anche in presenza della maggioranza dei consensi”. La richiesta di Cavarzere in Azione è di preparare prima “il terreno di accettazione con un minimo di condivisione politica per non rischiare di fare un’operazione meramente contabile che non sarebbe capita dai cittadini perché non si può non tenere conto anche di valutazioni di carattere sentimentale e identitario”. E conclude: “Siamo sicuri che non sia prematuro spendere soldi per un’operazione che, anche qualora se ne dimostrasse la convenienza materiale, non sarebbe comunque oggi fattibile? Ci si chiede allora che senso abbia impegnare la cifra di 15mila euro (soldi dei cittadini) per un’iniziativa unilaterale mal pianificata e ancor meno spiegata ai cittadini, di entrambi i comuni, viste le dichiarazioni politiche di totale contrarietà da parte del Sindaco di Cona”. Giorgia Gay
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