Henri Tommasi: “Il procedimento dell'impianto a biogas è gestito, dall’inizio alla fine, dalla Regione Veneto''
Conferma il suo no all’impianto a biogas in tutto il territorio cavarzerano e chiede un’azione compatta dell’amministrazione (maggioranza e opposizione) con l’aiuto della cittadinanza. Continua la querelle tra vecchia e nuova amministrazione comunale sull’impianto biogas. A respingere le accuse mosse dal sindaco Munari all’amministrazione di Henri Tommasi è lo stesso ex sindaco che attacca: “L’amministrazione attuale afferma che il sottoscritto ha tenuto fermo il progetto per un anno. Forse dimentica che il procedimento è gestito dall’inizio alla fine dalla Regione Veneto, in quanto di sua competenza. Il Comune può solo dare l’assenso o meno alla realizzazione poi dell’opera. Detto questo, è stata la Regione a tenere bloccato per più di un anno il percorso… in quanto all’epoca il problema principale era la gestione dell’emergenza Covid, per poi attivare il tutto a chiusura del mio mandato”.
L'ex sindaco: ''La mia risposta per quanto riguarda l'impianto a biogas è sempre stata precisa: No.''
Un’altra replica è sull’accusa di mancato dialogo con la ditta proponente. “Sulla questione ho smentito il sindaco pubblicamente – ricordaTommasi – e lo stesso dirigente comunale ha confermato incontri fatti in Comune dal sottoscritto. La mia risposta alla ditta è sempre stata precisa: no, e non solo a Ca’ Venier, ma neppure a Rottanova o a Boscochiaro o a Grignella o San Gaetano o San Pietro… No a Cavarzere, punto. Questa amministrazione invece la pensa diversamente? Dove vorrebbe farlo? Lo spieghi alla popolazione”. Tommasi nel ribadire la propria contrarietà spiega: “Forse non hanno capito che si realizzerebbe l’impianto più grande nel Veneto, che non porterebbe al territorio nulla, né lavoro né ricchezza né risparmio di energia. Solo inquinamento, traffico e odore di letame. Questa è la realtà. E questo a 300 metri dal Comune in linea d’aria”. Quindi l’ex sindaco conclude: “L’assurdo è che con la mia amministrazione il progetto era stato bloccato e ora dopo 8 mesi di amministrazione Munari il progetto passa. Comunque confermo che la responsabilità è della Regione e di chi la governa, che ha accettato di far morire il nostro territorio”. Cosa fare? “Chiedo a tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza, senza guardare alle divergenze e ai colori di appartenenza, di unirsi. Con la popolazione a sostegno si vada in Regione per manifestare il dissenso a questa assurda opera”. Giorgia Gay
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