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Lavoratori stagionali stranieri, Coldiretti: "1200 richieste in agricoltura"

lavoratori extracomunitari nella raccolta del radicchio

Lavoratori stranieri impegnati nella raccolta del radicchio

Il dato, diffuso da Coldiretti Venezia, riguarda le richieste per il settore orticolo tra Chioggia, Cavarzere e Cavallino-Treporti

Lavoratori stranieri impegnati nella raccolta del radicchio
Click day in overbooking con le domande di ingresso per lavoratori extracomunitari che hanno di gran lunga superato le disponibilità, a conferma della mancanza di manodopera che interessa diversi settori dell’economia. A renderlo noto è Coldiretti, dopo che da martedì si sono aperti i termini per la presentazione delle domande per l’arrivo in Italia di lavoratori stagionali extracomunitari, secondo quanto previsto dal nuovo Dpcm trienn-le del 27 settembre 2023 per la programmazione transitoria dei flussi 2023-2025. Per Coldiretti Venezia sono state 1.200 le domande inserite, prevalentemente nelle zone di Chioggia e Cavarzere. “Si tratta di lavoratori che andranno occupati nelle aziende orticole in particolare per la raccolta di radicchio, ma anche per gli ortaggi del Cavallino, anche se in misura nettamente inferiore", spiega Giovanni Pasquali, direttore di Coldiretti Venezia, "Nessuna domanda, invece, per le aziende vitivinicole localizzate per la maggior parte a nord della Città metropolitana, che richiedono una manodopera altamente specializzata che si matura con molti anni di esperienza lavorativa.” In Italia, anche se ancora non esiste una suddivisione a livello territoriale, le regioni dove si concentrano le richieste di ingresso, secondo la Coldiretti, sono quelle che richiedono un grande impegno di manodopera, come il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole che è ormai alle porte, anche per effetto del caldo inverno.

Coldiretti: "Indiani e marocchini le comunità più presenti tra i lavoratori agricoli extracomunitari"

"La comunità di lavoratori agricoli extracomunitari più presenti in Italia" – spiega Coldiretti – "sono quella degli indiani, seguita dai marocchini che precedono albanesi, senegalesi, pakistani, tunisini, nigeriani e macedoni. Si tratta soprattutto di lavoro stagionale con picchi di domanda nei periodi estivi della raccolta che sono garantiti grazie a lavoratori regolari provenienti da altri paesi, perfettamente integrati, che si fermano in Italia per qualche mese, tornando anno dopo anno spesso nella stessa azienda con reciproca soddisfazione". Quasi 1/3 del Made in Italy a tavola a livello nazionale viene prodotto nei campi e nelle stalle da migranti che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura fornendo ben il 32% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore nel 2022, secondo l’analisi della Coldiretti che ha collaborato al Dossier statistico immigrazione a cura del Centro studi e ricerche Idos.
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